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Sebastiano, non vedente con migliaia di follower su TikTok: “La disabilità non è solo una cosa seria”

L’importanza della spontaneità, il rapporto con la community, il bello di sensibilizzare le nuove generazioni e molto altro. Sebastiano Gravina, noto su TikTok come @videociecato, si racconta in un’intervista a Fanpage.it.
Intervista a Sebastiano Gravina
Content Creatore su TikTok
A cura di Lorena Rao
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Sebastiano Gravina, conosciuto su TikTok come @videociecato, è un content creator non vendente. Insieme alla moglie Shadia, su TikTok racconta la sua vita con dolce ironia e umorismo, suoi veri tratti distintivi, che ad oggi lo hanno portato ad essere seguito da oltre 160.000 follower sulla piattaforma social.

Perché hai iniziato a usare TikTok?

L'idea di TikTok è nata prima ancora che utilizzassi TikTok, quando la gente ne parlava, principalmente ragazzini e giovani. L'ho scelta come piattaforma per i miei contenuti ironici e divertenti sulla disabilità visiva proprio perché utilizzata dagli adolescenti e credo che ci sia bisogno di partire da loro se vogliamo, in qualche modo, lanciare dei messaggi che arrivino alle persone. Non volevo raggiungere il cinquantenne o il sessantenne, senza nulla togliere loro. Credo però che dobbiamo cominciare dall'età più giovane.

E sei riuscito a raggiungerli?

Oggi quando un ragazzino mi ferma per chiedermi una foto mi rende felice, non per la notorietà in sé, ma perché vuol dire che sto arrivando ad un pubblico preciso che rappresenta il futuro. Quindi, quando questi ragazzini andranno a scuola o all'università e si troveranno davanti a un non vedente o un disabile sapranno come rapportarsi con loro.

Hai parlato di ironia che, di solito, è un tono difficilmente accostato a temi sensibili.

È la mia indole. Io sono barese, quindi forse ce l'ho un po' dentro, e la vivo tutti i giorni così. Non ho costruito un personaggio. Ho continuato a mantenere questo tipo di linguaggio perché non voglio che la disabilità venga vista solo come una cosa seria. Già la gente ha difficoltà a capire come rapportarsi con una persona disabile, se poi io vado ad essere troppo serio diventa ancora più difficile. Col mio linguaggio poco corretto, poco italiano, ma magari ironico e divertente possiamo dirci "ci vediamo domani" senza che te ne devi preoccupare. Cerco di avvicinare le persone da questo punto di vista qui, ossia quello del linguaggio e della comunicazione.

Chi sono le persone che ti seguono?

Ho un bellissimo rapporto con la mia community. Ho pochi hater e non so se è un bene o un male. Alcuni dicono che sia un male perché quando hai tanti hater vuol dire che sei arrivato, ma non è vero. Anche perché io non voglio arrivare da nessuna parte, non mi sono posto l'obiettivo di arrivare chissà dove col numero di follower. Per me non è una questione di numeri, perché io la vedo come un gioco. Io mi diverto a rispondere alle domande e TikTok ci offre la possibilità di rispondere con dei video ai commenti da dove traggo a volte dei contenuti. Mi diverto. Per me ogni domanda, anche se stupida, è un modo per tirar fuori un contenuto divertente per far sorridere la gente.

Dove trovi lo spunto per fare i tuoi contenuti? 

Il mio lavoro è molto spontaneo. Nel senso, se sono per strada o al bar, faccio capire che col cellulare, utilizzando un'app, io posso leggere in qualche modo il menù. A volte faccio questi contenuti così, traendoli da domande anche un po' ingenuotte ma comprensibili perché vengono da chi ha 12 anni, quindi cerco di spiegare la mia vita attraverso le domande che ricevo. I miei contenuti sono spontanei e non studiati prima, al massimo mi chiedo come posso farlo ma il messaggio che c'è dietro è sempre sincero.

Per creare i tuoi contenuti lavori da solo o hai il supporto di altre persone? Penso a tua moglie Shadia.

Si, mia moglie mi supporta. Anche lei non vede, quindi a volte le chiedo di farmi un video perché mi serve una determinata ripresa ma non sappiamo mai com'è venuta. Cerchiamo di arrangiarci. Tendenzialmente cerco di fare da solo. Ovviamente ho una persona, Simone, che mi dà una mano e che è il primo vedente che ha creduto nella mia idea. Mi dà una mano a montare i video perché ci sono dei contenuti per gli spot e i brand che ovviamente devono essere ben ripresi. In quei casi ho bisogno di un cameraman.

Qual è la sfida più grande che hai affrontato su TikTok?

La difficoltà più grande, legata ai social in generale, è che quando ti crei una community e un pubblico che ti segue, si aspetta il contenuto e non è facile star sempre a pensare a cosa creare, così come non è facile essere sempre spontaneo. Magari capita che devi creare un contenuto ma è stata una settimana dove non hai inventiva, eppure devi comunque far uscire qualcosa mantenendo la spontaneità. A volte è un po' difficile, ma poi qualcosa salta sempre fuori.

Hai notato un cambiamento nella percezione pubblica riguardo ai temi che tratti?

Si, vedo che c'è molta più attenzione. Oggi è quasi pane quotidiano parlare di inclusività e integrazione e per fortuna ci si sta aprendo a questo "mondo". Sto vedendo un miglioramento, non solo per la cecità ma anche per altre disabilità. Sia l'opinione pubblica che altre persone che vivono una difficoltà stanno imparando ad utilizzare le piattaforme come TikTok come fossero strumenti per fare informazione. Quindi, secondo me, le cose stanno cambiando. Ad esempio ora la gente che mi ferma per strada mi chiede una foto, non mi prende in giro, e questo dimostra che qualcosa è cambiato.

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