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Sale eSport sotto sequestro, l’Agenzia: “Coinvolti solo 4 bar, le fiere non saranno bloccate”

L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli ha spiegato che l’operazione di controllo verso le sale eSport ha coinvolto solamente 4 locali in Italia, di cui 3 sottoposti a sequestro delle attrezzature.
A cura di Marco Paretti
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I bar eSport sono ancora bloccati: i computer, le console e le attrezzature da gioco sono sotto sequestro da parte dell'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) in seguito all'esposto di un imprenditore in merito alla legalità delle attività di questi locali. Una "azione di controllo in materia di gioco pubblico", come la definisce l'ADM in una nota appena diramata, che "è stata sviluppata al fine di verificare l’osservanza delle imposizioni tributarie in materia di gioco e con riguardo alla corretta applicazione della normativa volta alla tutela e alla salute dei minori".

Secondo la nota, l'operazione ha interessato esclusivamente 4 locali, tra cui l'eSport Palace di Bergamo, uno dei più conosciuti a livello italiano. In questi, spiega la nota, "a titolo oneroso venivano messe a disposizione del pubblico apparecchiature da intrattenimento tra cui rientrano anche i videogiochi". In breve, in questi locali è possibile pagare un costo variabile per accedere ai computer e console da gioco per un determinato lasso di tempo. In maniera simile a un internet point, insomma, ma con i videogiochi. Che, a differenza delle sale giochi, non prevedono vincite in denaro né il gioco d'azzardo.

"A dimostrazione della mancata veridicità delle notizie diffuse da alcuni destinatari dei provvedimenti, in uno dei 4 casi sottoposti a controllo, l’operatore commerciale ha esibito e messo a disposizione degli ispettori la documentazione amministrativa attualmente riconosciuta corretta per l’esercizio dell’attività di gioco nella sala LAN" prosegue la nota. "Ciò ha permesso alla Direzione Giochi di riconoscere la legittimità dell’attività posta in essere dal soggetto privato e, pertanto, di concludere l’ispezione amministrativa senza alcun rilievo né contabile né amministrativo".

Nei restanti tre casi, invece, l'ADM spiega che ha dovuto redigere verbali di sequestro amministrativo "ai sensi della legge 689/81, per le apparecchiature destinate al gioco, prive di ogni forma di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato". In questo restano alcuni dubbi sulle norme che dovrebbero regolamentare una sala eSport, dato che attualmente ci si rifà a normative molto vecchie che raramente tengono in conto dell'evoluzione tecnologica. Infatti nella nota l'ADM spiega che "in uno di questi tre casi, lo stesso operatore, all’atto della presentazione della segnalazione certificata d’inizio attività all’Ente comunale, dichiarava di installare videogiochi che, tuttavia, erano completamente privi di certificazione e titoli autorizzatori". Qui però sorgono i primi problemi: per esempio, il videogioco di un cabinato viene certificato e omologato secondo alcune regole, tra cui l'immodificabilità del software. Ma un videogioco moderno viene ovviamente aggiornato dalla casa produttrice anche ogni settimana e quindi sarebbe impossibile da far rientrare in questo recinto giuridico.

La nota chiarisce però un altro elemento sollevato da alcuni amministratori di bar eSport: la legittimità delle fiere videoludiche dove è possibile provare i videogiochi. "In ragione di quanto sopra comunicato, ne deriva che tutte le manifestazioni di settore, comprese le fiere tematiche e l’esercizio del gioco nelle stesse sale LAN, non sono in alcun modo pregiudicate se svolte nel rispetto delle regole di settore e che le notizie diffuse non rispondono alla realtà dei fatti" si legge.

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