Risposte sponsorizzate su ChatGPT: possiamo davvero fidarci dei consigli dell’IA?

Negli ultimi vent’anni la pubblicità online ha seguito una traiettoria piuttosto chiara: intercettare le ricerche degli utenti, inserirsi nei risultati e orientare le decisioni di acquisto. Dai banner ai link sponsorizzati, fino agli annunci personalizzati basati sui dati di navigazione, il modello economico del web si è costruito attorno ai motori di ricerca e ai social network. Ora però c’è l’intelligenza artificiale.
I chatbot IA stanno diventando uno spazio dove si formano opinioni, si prendono decisioni e, sempre più spesso, si scelgono prodotti. È in questo contesto che OpenAI starebbe valutando l’introduzione di una nuova forma di pubblicità su ChatGPT, basata su contenuti sponsorizzati integrati direttamente nelle risposte dell’IA.
Dalle indiscrezioni al progetto
A fine di novembre, nella beta di ChatGPT per Android, sono emerse stringhe nel codice come “ads”, “search ad” e “search ads carousel”, che suggeriscono l’arrivo di contenuti sponsorizzati simili agli annunci di Google. Probabilmente riguarderanno solo la versione gratuita, mentre ChatGPT Plus resta per ora “senza pubblicità”, sebbene appaiano già suggerimenti di shopping.
OpenAI ha smentito un lancio imminente, concentrandosi sul potenziamento dell’IA, in risposta alla crescente concorrenza di Gemini, il sistema sviluppato da Google.
Secondo un’inchiesta pubblicata da The Information, OpenAI starebbe lavorando a un modello pubblicitario più sofisticato: non semplici banner, ma informazioni sponsorizzate che compariranno all’interno delle risposte generate da ChatGPT.
Quando arriveranno gli annunci su ChatGPT?
Non c'è una data ufficiale per il lancio di queste funzionalità. Tuttavia, osservando i tempi di sviluppo e i test già emersi, molti analisti ritengono plausibile un’introduzione graduale nel corso del 2026, probabilmente nella prima metà dell’anno.
Se confermata, questa mossa segnerebbe una svolta storica: ChatGPT non sarebbe più solo un assistente intelligente, ma anche un nuovo snodo dell’economia digitale, capace di ridefinire il rapporto tra utenti, informazione e pubblicità.
Tutti i rischi delle risposte sponsorizzate su ChatGPT
Finora ChatGPT si è distinto dai motori di ricerca tradizionali per l’assenza di annunci e per un’esperienza percepita come “neutra”. Google Search, al contrario, basa gran parte del proprio modello di business su risultati sponsorizzati che influenzano direttamente le scelte di acquisto degli utenti.
L’ingresso della pubblicità generativa potrebbe però cambiare le regole del gioco. ChatGPT, infatti, non si limita a intercettare una singola query: dialoga, memorizza il contesto e comprende preferenze, interessi e bisogni. Questo consentirebbe annunci estremamente personalizzati, capaci di proporre prodotti o servizi in modo molto più mirato rispetto alla pubblicità tradizionale.
Il rischio – o l’opportunità, a seconda del punto di vista – è che la distinzione tra informazione e promozione diventi ancora più sottile.