Riconoscimento facciale attivato all’improvviso durante il concerto: l’esperimento dei Massive Attack

I Massive Attack hanno trasformato un concerto a Bristol in un esperimento di sorveglianza in tempo reale. Durante lo spettacolo, le immagini dei volti del pubblico sono state proiettate su schermi giganti. Prima veniva inquadrato il volto, poi un sistema elaborava i dati attribuendo caratteristiche in base alla conformazione dei volti. Sugli schermi sono comparse etichette come "hacker", "medico" o "influencer".
La performance è una provocazione su un tema caro agli artisti. Già durante alcuni live nel 2024 i Massive Attack, infatti, avevano sperimentato con il sistema biometrico in tempo reale. Come ha spiegato a Crack Robert Del Naja, frontman del gruppo: "É una critica all'era dell'informazione, al controllo, al potere, all'ascesa dell'iper-individualismo, dei populisti e al potere di distorcere e dividere la società."
Il riconoscimento facciale, al centro dello spettacolo di Bristol, è da tempo un tema controverso. I sistemi osservano, elaborano, catalogano. Non solo, hanno anche discriminato, e violato la privacy delle persone. E nonostante la tecnologia commetta ancora moltissimi errori, le forze dell'ordine stanno già testando i sistemi biometrici per individuare i potenziali criminali.
Riconoscimento facciale sul palco: tra arte e privacy
"Il nostro punto di partenza è stato quello di creare una macchina senziente dietro tutti gli elementi visivi. In una parte dello spettacolo, abbiamo implementato un software di riconoscimento facciale per scansionare il pubblico e fare ipotesi giocose sulla loro personalità, inserendoli nelle immagini dello spettacolo", ha spiegato Matt Clark, fondatore di United Visual Artist, collettivo che ha collaborato con i Massive Attack per realizzare l'installazione.
Le reazioni del pubblico sono state contrastanti. Alcuni spettatori hanno apprezzato la decisione di portare sul palco temi come la sorveglianza digitale. Altri, tuttavia, si sono sentiti a disagio per l'uso della tecnologia senza un consenso esplicito.
L'obiettivo era anche quello. I sistemi di riconoscimento facciale, infatti, rischiano di violare la nostra privacy, discriminare gli utenti e diventare uno strumento per la sorveglianza di massa. Non solo. I dati potrebbero essere hackerati, utilizzati dai criminali per creare video deepfake o raccolti per studi di mercato, senza il consenso dei legittimi proprietari.
Secondo Silkie Carlo, direttrice di Big Brother Watch, ong per le libertà civili, "la maggior parte delle persone non sa cosa sia veramente il riconoscimento facciale, sono anni che documento questa tecnologia, chiunque viene scansionato entra a far parte di uno schieramento nei database della polizia digitale".
Massive Attack tra tecnologia e attivismo
Non è la prima performance provocatoria dei Massive Attack, ma fa parte di una lunga tradizione di sperimentazione artistica. Il gruppo ha spesso integrato elementi visivi e tecnologici nei suoi spettacoli per stimolare la riflessione del pubblico su temi sociali e politici. Per esempio l'installazione "Mezzanine" presso l'evento "AI: More Than Human", dove l'album dei Massive Attack è stato alimentato in una rete neurale AI per generare nuovi suoni.
Il gruppo sta anche organizzando un concerto a São Paulo in concomitanza con il vertice COP30 sul cambiamento climatico, collaborando con gruppi indigeni per promuovere i diritti delle popolazioni native e la giustizia climatica. Hanno rifiutato un invito a esibirsi al Coachella Festival 2025, a causa delle preoccupazioni ambientali legate al consumo di risorse idriche necessarie per l'evento, sottolineando così il loro impegno per la sostenibilità. L'uso del riconoscimento facciale durante il concerto d Bristol ha evidenziato le crescenti preoccupazioni per la privacy e la sorveglianza nella vita quotidiana.