Politici e giornalisti spiati su WhatsApp: società israeliana Nso condannata a pagare 167 milioni

Il produttore di spyware NSO Group dovrà pagare più di 167 milioni di dollari di danni a WhatsApp per una campagna di spionaggio ai danni di oltre 1.400 utenti. L'azienda è stata accusata di vendere ai regimi autoritari software di sorveglianza per monitorare giornalisti, attivisti e personaggi politici. La sentenza arriva dopo una battaglia legale durata cinque anni. La giuria ha stabilito che NSO Group dovrà pagare 167.254.000 dollari di danni punitivi e circa 444.719 dollari di danni compensativi.
"La sentenza rappresenta un importante passo avanti per la privacy e la sicurezza, in quanto rappresenta la prima vittoria contro lo sviluppo e l'uso di spyware illegali che minacciano la sicurezza e la privacy di tutti", ha spiegato Zade Alsawah, portavoce di WhatsApp.
NSO Group avrebbe sfruttato una vulnerabilità nella funzione di videochiamata per infettare i telefoni delle vittime con Pegasus. È un software di sorveglianza di fascia alta. Una volta infettato il telefono, l'operatore dello spyware ottiene accesso totale al dispositivo, può leggere anche i messaggi inviati su app crittografate come WhatsApp o Signal.
Aumentano i casi di spionaggio: da Pegasus a Paragon
Meta ha accusato NSO Group di aver spato circa 1.400 persone, tra cui dissidenti, attivisti per i diritti umani e giornalisti. Secondo il gruppo investigativo canadese Citizen Lab, lo spyware Pegasus avrebbe infettato i dispositivi di Downing Street e di funzionari del Foreign Office. Sarebbero stati hackerati il presidente francese Emmanuel Macron e i parenti di Jamal Khashoggi, giornalista saudita, assassinato nel consolato saudita a Istanbul nell'ottobre 2018.
La sentenza arriva in un momento delicato. A gennaio 2025 Meta ha denunciato una seconda campagna di spionaggio. Centinaia di dispositivi sono stati infettati da uno spyware di Paragon Solutions, produttore israeliano di software di hacking. Il portavoce dell'azienda ha dichiarato che l'app di messaggistica è stata compromessa e sono stati presi di mira quasi 100 utenti, tra questi anche Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it.
Una vittoria storica per Meta
La sentenza, ha detto Meta, "è un importante passo avanti e un deterrente per aziende malvagie che minacciano la privacy e la sicurezza”. WhatsApp si è subito attivata per correggere la vulnerabilità nella funzione videochiamata e avviare le indagini. Ha chiesto a NSO Group più di 400.000 dollari di risarcimento danni, "per il tempo che i dipendenti hanno dovuto dedicare agli attacchi, per porre rimedio, indagare su di essi e promuovere soluzioni per risolvere la vulnerabilità sfruttata da NSO Group".
Meta si è impegnata a sostenere economicamente le organizzazioni che si battono per i diritti digitali e che denunciano gli abusi legati ai software di spionaggio. L'azienda ha anche deciso di pubblicare le trascrizioni delle deposizioni rilasciate dai dirigenti di NSO e dagli altri testimoni durante il processo, per offrire a giornalisti e ricercatori un quadro più chiaro su come è stato utilizzato lo spyware Pegasus.
Il commento di NSO Group
Il portavoce del gruppo NSO, Gil Lainer, ha commentato la sentenza: "Esamineremo attentamente i dettagli del verdetto e adotteremo le opportune misure legali, tra cui ulteriori procedimenti e un appello". Ha poi aggiunto: "Crediamo fermamente che la nostra tecnologia svolga un ruolo fondamentale nella prevenzione dei reati gravi e del terrorismo e che venga impiegata in modo responsabile dalle agenzie governative autorizzate",
La sentenza rappresenta un potenziale punto di svolta: con Meta in testa altre piattaforme tecnologiche potrebbero avviare azioni legali simili contro NSO per tutelare i propri utenti.