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Perché un dipendente di Meta è entrato nella lista dei criminali ricercati dalla Russia

Il comitato investigativo russo aveva già avviato un procedimento penale contro l’azienda a marzo 2022, accusandola di promuovere contenuti di odio contro i cittadini della Federazione Russa.
A cura di Elisabetta Rosso
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Dal 24 febbraio 2022, con l'inizio della guerra in Ucraina, è stato chiaro: anche sui social si combatte la guerra. Lo si fa scegliendo cosa bloccare, e cosa mostrare, ma soprattutto a chi dare una voce. E il ruolo di vetrina dell'Occidente non poteva che appartenere a Meta. Non stupisce quindi che il Ministero degli Interni russo abbia inserito Andy Stone nella lista dei ricercati federali. L'agenzia di stampa statale russa TASS ha comunicato che l'addetto stampa di Meta, "è ricercato ai sensi di un articolo del codice penale della Federazione Russa".

Secondo Mediazona, testata russa indipendente, il mandato di arresto contro Stone è stato emesso da un tribunale russo a metà novembre. I dettagli del suo caso non sono stati rilasciati, e anche il database dei ricercati non fornisce ulteriori informazioni. Stone è stato inserito nella lista a febbraio 2022, come si legge nel rapporto di Mediazona, accusato di "incentivare il terrorismo" sulle piattaforme di Meta.

Le accuse contro Stone sono solo l'ultimo tassello della repressione russa. A marzo 2022 infatti è stato aperto un caso contro Meta. Il comitato investigativo russo che ha aperto l'indagine penale ha definito l'azienda "un organizzazione terrorista ed estremista”, e l'ha accusata di aver fomentato sui suoi social la violenza contro i russi. E infatti Facebook e Instagram sono state bandite in Russia e sono accessibili solo tramite VPN.

La repressione del Cremlino

A marzo 2022 il comitato investigativo russo aveva dichiarato: ″È stato avviato un procedimento penale in relazione alle richieste illegali di omicidio e violenza contro i cittadini della Federazione Russa da parte dei dipendenti della società americana Meta, proprietaria dei social network Facebook e Instagram”. La TASS, sempre a marzo 2022, aveva annunciato: "Il tribunale distrettuale di Tverskoy di Mosca lunedì ha riconosciuto le attività dei social network Instagram e Facebook, di proprietà della società americana Meta, come estremiste e ha vietato il loro lavoro in Russia".

Come funziona la lista nera

Un mese dopo la Russia ha inserito anche Mark Zuckerberg, Ceo di Meta, nella lista nera vietandogli di entrare nel Paese. L’elenco stilato dallo staff del presidente Vladimir Putin contiene 963 nomi di cittadini statunitensi. Oltre a Zuckerberg nella lista nera compaiono anche il presidente degli USA Joe Biden, suo figlio Hunter Biden, il Segretario di Stato americano Anthony Blinken, e l'attore Morgan Freeman.

Perché Meta non ha voluto bloccare i contenuti contro la Russia

Meta aveva risposto alle accuse spiegando che il suo obiettivo è "proteggere la libertà di parola delle persone come espressione di autodifesa in reazione a un’invasione militare del loro paese”. Proprio Andy Stone aveva aggiunto che le politiche dell'azienda sull'incitamento all'odio non erano state modificate, ma "in seguito all'invasione russa dell'Ucraina, abbiamo deciso di essere più indulgenti verso espressioni politiche come ‘morte agli invasori russi', che normalmente violerebbero le nostre regole sui discorsi violenti".

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