Ma quindi Ticketmaster ci ha truffato? Le accuse della FTC sui prezzi gonfiati

Dietro ogni biglietto venduto da Ticketmaster si nasconde un meccanismo ingannevole: prezzi gonfiati, falsi limiti sugli acquisti e broker con account falsi che rivendono i biglietti a prezzi maggiorati. È questa l'accusa della Federal Trade Commission (FTC), che insieme a un gruppo bipartisan di procuratori generali stato, ha avviato una causa contro Ticketmaster e la sua società madre, Live Nation. L'accusa è di costringere i consumatori a pagare prezzi più alti per assistere a eventi dal vivo attraverso pratiche considerate illegali.
Secondo la FTC, infatti, avrebbero ingannato artisti e consumatori pubblicizzando prezzi dei biglietti più bassi rispetto a quelli effettivamente richiesti. Non solo, avrebbero anche finto di limitare gli acquisti per persona, mentre broker con account falsi compravano lotti di biglietti da rivendere a prezzi maggiorati. Ticketmaster trarrebbe vantaggio dalle commissioni aggiuntive generate da queste transazioni.
Ticketmaster era già finita sotto i riflettori del Congresso nel 2022, dopo il caos generato dalla vendita dei biglietti per il tour Eras di Taylor Swift, quando il sito era stato travolto da bot dei broker che acquistavano biglietti per rivenderli su piattaforme secondarie. Ora la causa della FTC punta di nuovo i riflettori sul monopolio della musica dal vivo.
La causa contro Ticketmaster e Live Nation
La causa è stata depositata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il Central District della California, con la partecipazione dei procuratori generali di Colorado, Florida, Illinois, Nebraska, Tennessee, Utah e Virginia. Secondo la FTC, Ticketmaster controlla oltre l’80% dei concerti negli Stati Uniti. Tra il 2019 e il 2024, i consumatori hanno speso più di 82,6 miliardi di dollari acquistando biglietti tramite la piattaforma. “L’intrattenimento dal vivo americano è tra i migliori al mondo e dovrebbe essere accessibile a tutti. Non dovrebbe costare una fortuna portare la famiglia a una partita di baseball o a un concerto,” ha dichiarato il presidente della FTC, Andrew Ferguson.
Da anni si cerca riformare il settore della musica dal vivo. L’amministrazione Biden aveva, per esempio, introdotto un divieto sui “junk fees”, imponendo a Ticketmaster di mostrare il prezzo totale dei biglietti sin dall’inizio del processo d’acquisto, la norma è entrata in vigore a maggio. Donald Trump aveva preso provvedimenti contro il secondary ticket, firmando un ordine esecutivo che chiedeva alla FTC di intervenire contro pratiche “scorrette, ingannevoli e anticoncorrenziali”.
Il caso canadese
In Canada, l’ente regolatore Competition Bureau ha commentato la causa. “Ticketmaster è nota per pratiche che ingannano i consumatori, gonfiano i prezzi e permettono ai bagarini di aumentare ulteriormente i costi,” ha dichiarato Keldon Bester, direttore esecutivo dell’Ottawa-based Canadian Anti-Monopoly Project, think-tank che monitora il potere monopolistico nel Paese.
Il Competition Bureau canadese ha già affrontato Ticketmaster in passato: nel 2018 l’agenzia ha citato la compagnia per “drip pricing”, ovvero l' aggiunta di costi nascosti in fase di checkout, aumentando i prezzi fino al 65%. La società non ha ammesso responsabilità, ma ha accettato un accordo da 6 milioni di dollari concluso nel gennaio scorso.
Secondo Bester, la causa negli Stati Uniti potrebbe seguire un percorso simile, con la compagnia che tenterà un accordo con il governo, ma non è chiaro se i consumatori ne trarranno reali benefici. “Ticketmaster ha costantemente ingannato i clienti e sfruttato artisti e locali. Questo rende improbabile che un accordo possa davvero tutelare i consumatori,” ha concluso.