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L’IA scopre la malattia che i medici avevano ignorato: “Ho vissuto tre anni con sintomi inspiegabili”

Dopo anni di sintomi ignorati, Oliver Moazzezi ha ottenuto una diagnosi grazie a un software di IA. Ma gli esperti avvertono: la tecnologia può aiutare, non sostituire il medico.
A cura di Elisabetta Rosso
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Tutto è iniziato tre anni fa, quando Oliver Moazzezi è stato morso da una zecca nei boschi vicino a casa sua, a Whiteley. Da quel momento l'uomo ha convissuto con una serie di sintomi: ronzio costante nelle orecchie, ipertensione, stanchezza, crampi muscolari. Dopo numerosi consulti medici che non hanno dato risposte soddisfacenti — in alcuni casi suggerendo semplicemente ansia — ha deciso di rivolgersi all’intelligenza artificiale per cercare spiegazioni.

Oliver, esperto di tecnologia, ha inserito nel sistema IA tutti i dettagli dei suoi sintomi, chiedendo al programma di utilizzare solo fonti mediche verificate.

L'IA, in pochi secondi, ha generato la risposta: malattia di Lyme. La diagnosi è stata poi confermata da test privati. Quello di Oliver non è un caso isolato: leggiamo sempre più spesso di intelligenze artificiali che scoprono malattie ignorate per anni, ma resta un’eccezione. Un evento che non deve alimentare una fiducia incondizionata verso strumenti tecnologici sempre più performanti. Gli esperti invitano alla cautela nell’utilizzo dell’IA per autodiagnosi. Il consiglio resta quello di rivolgersi sempre a un medico qualificato o ai servizi sanitari competenti.

Una diagnosi arrivata dall’intelligenza artificiale

Oliver ha raccontato la sua storia alla BBC: “Mi sentivo quasi un ipocondriaco. Avevo l’impressione che nessuno volesse davvero capire tutti i sintomi che cercavo di spiegare in modo chiaro e dettagliato.” Per questo ha deciso di rivolgersi a un’IA. Grazie alla sua esperienza come consulente IT, ha saputo orientare il programma verso fonti mediche certificate. La risposta del software non ha tardato: i sintomi coincidevano con quelli della malattia di Lyme.

Si tratta di un’infezione batterica trasmessa dalle zecche. I sintomi iniziali possono includere un’eruzione cutanea circolare o ovale intorno alla zona del morso, che può comparire fino a tre mesi dopo. Nei mesi o anni successivi, l’infezione può provocare disturbi più gravi, ma la diagnosi precoce facilita il trattamento. Essendo una malattia sistemica, può manifestarsi con sintomi simili ad altre patologie, rendendo la diagnosi più complessa.

Quando la diagnosi arriva in ritardo

Oliver ha iniziato la terapia e le sue condizioni di salute sono migliorate: “Posso di nuovo sentire il vento tra le foglie e il canto degli uccelli. Non ci si rende conto di quanto sia terribile non poterli percepire.” Eppure non nasconde l’amarezza per una diagnosi arrivata troppo tardi.

Georgia Tuckey, clinica e specialista nel settore, ha spiegato alla BBC che molti casi legati alle infezioni da zecche non vengono rilevati dai test di laboratorio, e che il numero effettivo di pazienti trattati senza diagnosi confermata potrebbe essere superiore ai dati ufficiali.

Secondo Tuckey, l’IA può aiutare le persone che faticano a ottenere risposte, ma non può sostituire un parere medico. Gli esperti sottolineano che l’intelligenza artificiale può essere un valido supporto nei processi diagnostici, ma solo se affiancata da un controllo clinico umano. I sistemi generativi non sono strumenti medici certificati e possono commettere errori gravi se utilizzati in autonomia.

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