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I satelliti di Elon Musk hanno sfiorato la stazione spaziale cinese, per due volte

La denuncia arriva dalla Cina, che ha esposto le sue lamentele all’ONU affinché vigili sull’operato dei Paesi firmatari del Trattato sullo spazio extra-atmosferico.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Mentre la SpaceX di Elon Musk si appresta a guadagnare miliardi dalle connessioni Internet a banda larga offerte dai suoi satelliti Starlink, gli osservatori esterni continuano da anni a esporre i loro dubbi sull'idea di lasciare in orbita una flotta di migliaia di ripetitori che rischiano di interverire con le altre attività nello spazio. L'ultima denuncia arriva dalla Cina che ha riferito come in due occasioni i satelliti di Elon Musk abbiano rischiato di entrare in collisione con la stazione spaziale cinese Tiangong 3.

Per far valere le proprie ragioni il governo di Pechino si è rivolto direttamente all'ONU chiedendo all'organismo di vigilare sull'operato dei Paesi firmatari del Trattato sullo spazio extra-atmosferico. I due incidenti – hanno raccontato i portavoce del governo nella nota fornita alle Nazioni Unite – sono avvenuti il 1 luglio e il 21 ottobre: in entrambe le occasioni un satellite della flotta – prima Starlink-1095 e poi Starlink-2305 – è uscito dalla formazione prevista, finendo sulla stessa altitudine della stazione cinese e costringendo quest'ultima a una manovra evasiva per evitare per evitare rischi per la sicurezza di astronauti e missione.

Le attività spaziali legate al progetto Starlink sono finite più di una volta sotto accusa, dal momento che il progetto non si basa su normali satelliti orbitanti, ma su uno sciame composto da decine di migliaia di piccole unità. Le critiche più insistenti sono legate ai temi dell'inquinamento luminoso e del sovraffollamento orbitale. Nel primo caso si teme che la flotta possa interferire con le osservazioni dello spazio da terra e con altre operazioni di ricerca scientifica; nel secondo il timore è proprio che i futuri lanci e operazioni spaziali possano dover calcolare gli effetti di un numero elevatissimo di oggetti orbitanti, con conseguenze negative sulla pianificazione e l'attuazione delle missioni.

Il tema è destinato a rimanere discusso anche in futuro: SpaceX non è la sola azienda che sta puntando sulle flotte di microsatelliti, e anzi è accompagnata da un numero crescente di imprese private i cui interessi non sono sempre in linea con il bene comune.

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