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I parlamentari europei sono sommersi da un valanga di mail tutte uguali: il caso Chat Control

Joachim è l’ingegnere informatico danese che ha costruito il portale Fight Chat Control. È uno strumento che serve per fare campagne di mail bombing contro i parlamentari dell’Unione Europea per segnalare il voto sul Child Sexual Abuse Regulation (CSAR), un regolamento diventato noto come Chat Control. Joachim ha dichiarato che a inizio ottobre il sito aveva raggiunto 4,5 milioni di contatti.
A cura di Valerio Berra
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Evin Incir, 41 anni, è una eurodeputata svedese. Da qualche settimana la sua casella mail ufficiale sta avendo qualche problema. “Riceviamo centinaia di email al giorno” ha spiegato al giornale Politico.eu. Il corpo della mail magari varia ma l’oggetto è sempre lo stesso: fermare la proposta sul Chat Control. Il Consiglio UE si sta preparando a votare il Child Sexual Abuse Regulation (CSAR), un regolamento che introduce strumenti di controllo sulle piattaforme per limitare i reati nella sfera degli abusi sessuali sui minori.

Alla base di questo regolamento c’è la proposta che è stata chiamata Chat Control: uno strumento, ancora da definire, per consentire alla polizia di controllare anche le chat coperte da crittografia in cerca di materiale pedopornografico. Una proposta che ha ricevuto opinioni negative: lasciare accesso alle chat crittografate come WhatsApp o Telegram può diventare un problema per la tutela della privacy.

Il sito di Joachim per bloccare Chat Control

La valanga di mail agli eurodeputati arriva tutta da un unico sito. Joachim, un ingegnere informatico danese, ha lanciato il portale Fight Chat Control. Il funzionamento si basa sul concetto del mail bombing: inviare pacchetti di mail a ripetizione per sensibilizzare su una causa. Per partecipare basta andare sul sito, selezionare il Paese in cui sono stati eletti i parlamentari a cui si vuole scrivere e procedere con qualche click. C’è anche un testo precompilato che si può usare come mail.

Evidentemente il sito è ben trafficato. Joachim ha detto che da quando è stato aperto ha raggiunto 2,5 milioni di contatti. Un traffico che non è stato molto apprezzato dagli europarlamentari, visto che si è tramutato in migliaia di mail al loro indirizzo di posta.

Rimosso il voto previsto per il 14 ottobre

Al momento il Child Sexual Abuse Regulation (CSAR) sembra ancora lontano dall’approvazione. Nelle scorse ore la Germania ha chiarito che non avrebbe votato il regolamento per come è scritto. La ministra Stefanie Hubig ha spiegato: “I crimini peggiori non giustificano la rinuncia ai diritti civili fondamentali”. Per martedì 14 ottobre era previsto un voto del Consiglio Ue ma al momento sembra che la sessione sia stata rimossa dalle agende.

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