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Intelligenza artificiale (IA)

Ho ascoltato le canzoni trap in versione anni ’60 create dall’intelligenza artificiale: sono terribili

L’algoritmo che si basa su architetture di apprendimento profondo e apprendimento per rinforzo è in grado di realizzare generi differenti: pop, rock, tango e elettronica. I software sono anche in grado di sostituire la voce originale con quella di qualsiasi altro artista.
A cura di Elisabetta Rosso
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C'è qualcosa che non va nel sentir cantare "voglio fumare prima di farlo a tre" sotto le note terzinate su tempi binari scandite da un contrabbasso. Eppure nell'era dell'intelligenza artificiale gli ibridi anacronistici non sono poi così strani. Sui social sono diventati virali questi Frankestein musicali che combinano i testi delle canzoni trap con musica swing. C'è Miu Miu di Tony Effe, Eva di Kid Yughi, Paradiso Artificiale di Tedua, Dopo Le 4 di Tony Effe, Tedua e Bresh. Sotto i video scrivono "Canzoni trap in versione anni '60", anche se la struttura dei brani rimanda più allo swing, che veniva già suonato negli anni '20. Ci sono anche versioni più "twisteggianti", che riportano ad atmosfere fine anni '50.

Non è la prima volta, erano già spuntate cover realizzate con l'IA. Per esempio Heart On My Sleeve dove si sentono le voci di Drake e The Weekend che cantano un testo facendo allusioni su Selena Gomez. È un falso, nessuno dei due l’aveva né intonata né sentita prima, eppure grazie a un software è stato possibile clonare le voci dei due artisti.

Su TikTok c'è anche Justin Bieber che canta Flowers di Miley Cyrus, Miley Cyrus che canta One more time di Britney Spears, infinite versioni di Taylor Swift e Harry Style (sono loro i più quotati) che interpretano tutto il repertorio dagli anni '80 in poi. La novità ora è l'ibrido di genere. Grazie all'intelligenza artificiale infatti è stato possibile piegare le canzoni e i testi trap alle regole dello swing e del twist. Il risultato fa sorridere ma non è entusiasmante.

Come usare l'intelligenza artificiale per scrivere canzoni

Le canzoni sono state realizzate con l'intelligenza artificiale, molto probabilmente chi le ha create ha inserito il testo dei brani chiedendo di realizzare una canzone in stile anni '60. L'algoritmo. che si basa su architetture di apprendimento profondo e apprendimento per rinforzo, è in grado di realizzare generi differenti: pop, rock, tango ed elettronica.

Non è chiaro quale strumento IA sia stato utilizzato, ormai c'è l'imbarazzo della scelta. A metà aprile, per esempio, è stato lanciato Udio, un software in versione beta che genera canzoni partendo da un prompt. È anche possibile scegliere un genere cliccando sui tag: rock, elettronica, pop, jazz per citarne solo alcuni.

Avevamo anche già provato Aiva, generatore audio IA in grado di realizzare brani musicali. Per creare la propria canzone basta accedere, selezionare lo stile desiderato, gli strumenti, e la durata del brano. È anche possibile scegliere i bpm e la nota dominante. Poi basta cliccare su “Genera” e in 15 secondi Aiva produce un brano seguendo le indicazioni.

La voce clonata con l'IA

Il processo è abbastanza semplice, si sceglie il brano e poi attraverso un software che sfrutta l'intelligenza artificiale generativa si sostituisce la voce originale con quella di qualsiasi altro artista. In questo caso gli autori potrebbero o aver generato direttamente la melodia, oppure averla cantata e solo successivamente modificata.

I modelli di machine learning text-to-speech permettono di ottenere il parlato o il cantato manipolando forme d’onda, sono così in grado di generare in pochissimo tempo la voce di chiunque senza snaturarla. Oltre a conservare il timbro vocale e il tono emotivo, l'IA riesce anche a imitare l'ambiente acustico dell'audio campione.  Tutto questo è possibile facendo ascoltare solo pochi secondi dell'audio che l'IA deve imitare.

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