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Fermato alla dogana perché zoppicava: uomo nascondeva 160 chip e 16 smartphone

La sua camminata innaturale e scoordinata ha catturato l’attenzione degli agenti di sicurezza, che lo hanno bloccato nonostante avesse varcato il percorso adibito per chi non ha nulla da dichiarare.
A cura di Lorena Rao
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Il 9 marzo scorso, all'1 di notte, un uomo di nome Zeng è stato fermato alla dogana del porto di Gongbei, nella città di Zhuhai, in Cina. La sua camminata innaturale e scoordinata ha catturato l'attenzione degli agenti di sicurezza, che lo hanno bloccato nonostante avesse varcato il percorso adibito per chi non ha nulla da dichiarare. Tuttavia, il successivo controllo da parte delle autorità ha svelato ben 160 chip e 16 smartphone pieghevoli che Zeng ha legato sul proprio corpo – nel dettaglio su addome, vita e polpacci – tramite dei lacci. Li avrebbe introdotti illegalmente nel paese per una vendita che gli avrebbe garantito il guadagno di decine di migliaia di dollari.

Grazie alle foto pubblicate su Weibo, uno dei più popolari social network cinesi, è possibile scoprire nello specifico che tipo di prodotti Zeng stava trasportando illegalmente sul proprio corpo. Parliamo di 160 processori Intel di undicesima e dodicesima generazione, in particolare modo Intel Core i5-12600KF. Solo i chip avrebbero fruttato a Zeng circa 52.000 dollari. Quanto agli smartphone, non vi è ancora certezza assoluta, ma data la loro natura pieghevole è probabile che fossero dei Samsung Galaxy Z Flip3, il cui prezzo varia dagli 850 a 1.499 euro, a seconda del modello.

Al momento, i 160 chip e i 16 smartphone sono sotto sequestro, mentre l'uomo è stato trattato in conformità con la normativa vigente. Quello di Zeng non è l'unico caso di prodotti tecnologi fermati alla dogana. Appena due giorni fa, le autorità doganali cinesi hanno sequestrato 5.840 schede video a marchio XFX dirette da Shenzen a Hong Kong, per un valore totale di 3 milioni di dollari. Molto di più rispetto al valore dichiarato. Le schede video sono state rilevate dalle autorità doganali grazie all'etichettatura errata riportata sulle confezioni.

La Cina al momento sta affrontando un nuovo lockdown a causa di nuovi focolai di COVID-19. Il governo ha dunque bloccato fino al 20 marzo prossimo tutte le attività non indispensabili, tra cui la produzione di dispositivi e prodotti tecnologi. Anche fornitori esteri, come Foxconn che lavora per Apple, Samsung, Huawei, hanno sospeso i loro servizi in Cina fino a data da destinarsi. Ciò spiegherebbe i tentativi di portare illegalmente prodotti al momento difficilmente reperibili nel Paese.

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