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Conflitto Israelo-Palestinese

Elon Musk ha un piano per ridare internet a Gaza, ma c’è un problema

Per far funzionare Starlink è necessario avere tutte le componenti del kit di installazione. Far arrivare i terminali Starlink a chi si trova a Gaza non è però un’operazione semplice.
A cura di Valerio Berra
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In questo momento la Striscia di Gaza è tagliata fuori dal resto del mondo. Secondo i dati pubblicati da Netblocks la copertura della rete internet a Gaza è crollata dall’inizio della guerra ma non è mai scomparsa. La scorsa notte, dopo i bombardamenti delle ultime strutture, è stata praticamente annullata. La conferma è arrivata da Paltel, il principale operatore telefonico della Striscia di Gaza. Ora Elon Musk ha offerto una soluzione, anche se metterla in campo sarà parecchio complesso.

Musk ha proposto di aprire su Gaza la sua rete internet Starlink, una tecnologia satellitare che permette di avere ovunque internet a banda larga. Tutto si base su una flotta di satelliti in orbita attorno al pianeta: per connettersi basta un kit formato da una parabola per ricevere la connessione e un dispositivo per amplificare il segnale.

Perché Elon Musk ha scelto di aprire internet a Gaza

Il 18 ottobre il ministro delle comunicazioni di Israele Shlomo Karhi aveva detto di aver iniziato una trattativa con Elon Musk per aprire Starlink alla popolazione e all’esercito israeliano. Il servizio infatti qui non è ancora attivo. Sull’esito della trattativa non è stata data alcuna notizia. Su Gaza invece il via libera è arrivato direttamente da Musk. Tutto è partito da un post pubblicato su X dalla deputata del Congresso degli Stati Uniti Alexandria-Ocasio Cortez:

“Tagliare tutte le comunicazioni a una popolazione di 2,2 milioni di persone è inaccettabile. Giornalisti, professionisti medici, operatori umanitari e innocenti sono tutti in pericolo. Non so come si possa difendere un atto del genere. Gli Stati Uniti hanno storicamente denunciato questo tipo di pratiche”.

Qui è intervenuto Musk, rispondendo: “Starlink si occuperà della connessione a internet delle organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale che si trovano a Gaza”. A questa dichiarazione ha aggiunto anche un commento: "ComStar". Ormai è difficile cogliere tutti i riferimenti nerd di Elon Musk ma questo ComStar dovrebbe essere collegato al ComStar dell’universo fantascientifico di BattleTech. È l’organizzazione che si occupa di mantenere accesi tutti i generatori di iperimpulsi.

Il problema della connessione Starlink

Per far funzionare Starlink c’è bisogno di avere tutto il kit. Non è nulla di ingombrante e non servono competenze specifiche per montarlo. Però quel kit deve arrivare a destinazione, cosa non semplice in questo momento. Nella Striscia di Gaza gli aiuti umanitari stanno entrando con il contagocce. I primi sono arrivati il 21 ottobre dal valico di Rafah, al confine con l’Egitto.

Oggi il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby ha spiegato che al momento sono riusciti a entrare in questo territorio 84 camion di aiuti. Martin Griffiths, coordinatore delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, ha spiegato alla CNN che dovrebbero arrivarne 100 al giorno per reggere le richieste. Nonostante l’apertura di Musk non è chiaro quando i terminali Starlink potranno fare il loro ingresso a Gaza.

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