Dove si trova il Sorpassometro, l’autovelox che multa anche i sorpassi: tutta la storia del dispositivo

In questi giorni sta diventando popolare su giornali e blog di motori la storia del Sorpassometro. Nome italiano, di un nuovo modello di autovelox che in realtà si dovrebbe chiamare SV3. Il nome Sorpassometro è relativo alla sua funzione: questo dispositivo è in grado di rilevare i sorpassi irregolari che avvengono nel tratto di strada in cui sono installati.
A differenza quindi degli autovelox normali, il Sorpassometro non controlla solo la velocità con cui un veicolo attraversa un tratto di strada ma verifica anche che il passaggio sia avvenuto senza irregolarità. L’autovelox registra il passaggio, salva la sequenza a fa scattare in automatico un mula che può andare da 45 a 173 euro nei centri urbani e possono arrivare a 345 euro sulle strade extraurbane.
Come nasce la storia del Sorpassometro
Ora. Curiosa è l’origine di questa storia. Partiamo dall’inizio. Come ricorda il portale AutoMoto.it le prime testimonianze del Sorpassometro affondano le radici già nel 2016. Qui c’è già un articolo che racconta delle prime segnalazioni di uno strumento simile in diverse strade d’Italia, soprattuto Centro e Sud. Negli ultimi giorni però si è tornato a parlare del Soprassometro dopo che è emersa la notizia di una sua installazione nel piccolo comune di Acquappesa, 1.741 abitanti nella provincia di Cosenza, in Calabria.
In un servizio diffuso da TgCom 24 si vedono il sindaco di Acquappesa Francesco Tripicchio, in carica dal 2019, e il responsabile della Polizia Locale Mario Spadafora che spiegano come funziona il nuovo strumento. Spiega Spadafora: “Anticipa le manovre di sorpasso azzardate. Nel momento in cui viene compiuta la manovra la registra in tempo reale e viene elaborata”. Ufficialmente il dispositivo è operativo da 4 agosto.