Doppio anonimato e token: come funzionerà la verifica dell’età per accedere ai siti porno e da quando

Dal 12 novembre 2025 in Italia scatterà l'obbligo per i 48 siti porno presenti nell’elenco diramato dall’Agcom – ora ridotti a 45 dopo la correzione di alcuni errori di caricamento – di verificare l'età degli utenti prima di consentire l’accesso. Pornhub, YouPorn, OnlyFans e le altre piattaforme dovranno dunque impedire la navigazione ai minorenni, introducendo un sistema di "age verification" conforme alle norme europee e al decreto Caivano che il governo ha introdotto nel 2023 per contrastare la criminalità minorile. Appurato che lo Spid non sarà lo strumento per accedere direttamente ai siti per adulti (Fanpage.it ne ha avuto conferma direttamente dal commisario Agcom Massimiliano Capitanio), resta da capire come avverrà l’accertamento dell’età e quali nodi tecnici e normativi restano ancora aperti.
Come funzionerà la verifica dell'età per accedere ai siti porno
Il principio alla base del nuovo sistema è quello del "doppio anonimato". L’utente non dovrà fornire direttamente i propri dati personali al sito pornografico, ma generare un token – ossia un codice numerico anonimo e monouso – attraverso un'applicazione terza, che certificherà unicamente la maggiore età. In pratica, chi verifica i dati dell’utente non conoscerà la destinazione della richiesta (cioè il sito per adulti), mentre la piattaforma riceverà soltanto la conferma che chi sta accedendo è maggiorenne, senza ottenere informazioni anagrafiche o identificative.
L’Agcom ha precisato che le piattaforme non potranno chiedere documenti d’identità (né Cie né scansioni di carte, passaporti o patenti) e altri sistemi di autenticazione della pubblica amministrazione (compreso il già citato Spid). Il codice, generato in modo simile agli messaggi di conferma usati da banche o sistemi di pagamento, fungerà da chiave temporanea per accedere ai contenuti riservati agli adulti. Il sistema sarà open source, tracciabile e verificabile da terzi, per garantire la trasparenza e il rispetto delle norme sulla privacy.
La app "certificata" non prima di fine anno
Il nodo più delicato riguarda il soggetto "terzo" incaricato di verificare l'età. L'Agcom sta lavorando, insieme a PagoPA, al Dipartimento per la trasformazione digitale e alla Zecca dello Stato, a una applicazione nazionale certificata, che ha già ottenuto il via libera del Garante Privacy. Tuttavia, come anticipato dallo stesso Capitanio, l'app probabilmente non sarà pronta prima della fine dell'anno, dunque non potrà essere operativa già dal 12 novembre.
Nel frattempo, i siti potranno adottare soluzioni provvisorie sviluppate da soggetti privati, purché rispettino le linee guida Agcom in materia di sicurezza e age verification. Queste app dovranno adottare sistemi di anonimizzazione equivalenti e rispettare il principio del doppio anonimato, per evitare sanzioni o il blocco dell’accesso da parte dell’Autorità. Secondo quanto appreso da Fanpage.it, tra le ipotesi al vaglio c'è anche quella di dotare nei prossimi mesi l'IT Wallet, il portafoglio digitale gestito dallo Stato, di un’app dedicata alla verifica dell’età.