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Da domani accedere ai siti porno sarà più complesso: tre problemi legati alla verifica dell’età

Il nuovo sistema di age verification promette di proteggere minori dall’accesso a contenuti sessualmente espliciti. Il modello però solleva anche dubbi su privacy e sicurezza. Non solo il sistema potrebbe essere facilmente aggirato tramite VPN o altre scappatoie.
A cura di Elisabetta Rosso
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Da domani chi entrerà su un sito porno si troverà di fronte a una nuova schermata che chiede il consenso a reindirizzare l’utente verso una piattaforma di verifica dell’età. Il 12 novembre infatti entra in vigore il nuovo sistema di age verification per tutti i siti inseriti nella lista dell'Agcom. Tra queste Pornhub, Youporn, Redtube, e anche piattaforme non esclusivamente dedicate a contenuti erotici, come OnlyFans. Al momento sappiamo che il processo verrà affidato a una piattaforma "terza", verrà rispettato il doppio anonimato e lo Spid non sarà tra gli strumenti previsti, come confermato dal commissario Agcom Massimiliano Capitanio a Fanpage.it.

La misura solleva diversi interrogativi. In primis un problema di privacy e tutela dei dati, per la verifica dell'età si condividono infatti informazioni sensibili. Ci sono poi le scappatoie. Ogni volta che si incontra un blocco imposto si trovano o modi per aggirarlo (e ci sono), oppure alternative. In questo caso, siti porno meno controllati e più pericolosi. Infine bisogna sempre andare alla radice del problema, che al di là di ogni soluzione tecnica – buona o cattiva che sia – rimane culturale. Ma vediamoli nel dettaglio.

Il “doppio anonimato” tra privacy e rischi per i dati

Il nuovo sistema di verifica dell’età introdotto da Agcom si basa su un meccanismo a più passaggi. In pratica, la conferma della maggiore età non sarà gestita direttamente dal sito visitato, ma da soggetti terzi indipendenti e certificati, come provider di identità digitale o enti che hanno già verificato l’identità dell’utente in altri contesti. Questo modello, definito del “doppio anonimato”, garantisce che il sito non conosca l’identità dell’utente, mentre l’ente verificatore non sappia a quale sito l’utente sta accedendo.

Rimangono però dubbi su privacy e sicurezza dei dati personali. Le informazioni raccolte possono essere archiviate o condivise con terze parti, aumentando il rischio di furti d’identità, violazioni dei database e profilazioni indesiderate. A ciò si aggiunge il timore diffuso che la navigazione possa essere tracciata, mettendo in pericolo la riservatezza delle abitudini sessuali e il diritto all’anonimato online, elementi fondamentali della libertà digitale.

Come ha spiegato l'Electronic Frontier Foundation: "Più informazioni raccoglie un sito web, maggiori sono le probabilità che finiscano nelle mani di un'agenzia di marketing o di un malintenzionato. Ciò porterebbe inevitabilmente a ulteriori violazioni dei dati."

VPN e scappatoie nella verifica dell’età

C'è poi il solito vecchio problema: le scappatoie. I controlli previsti possono essere elusi con facilità. Lo stratagemma più immediato nel nostro Paese resta l’uso di una VPN, che permette di mascherare la nazionalità dell’utente e vanificare i blocchi basati sulla geolocalizzazione. Non a caso abbiamo trovato online diversi servizi VPN che stanno sponsorizzando metodi per eludere la verifica dell'età sui siti porno.

Il provider del servizio VPN ha però accesso ai dati di navigazine. Per questo motivo è fondamentale affidarsi esclusivamente a fornitori noti e affidabili, in grado di garantire trasparenza e sicurezza nella gestione dei dati. In caso contrario, si rischia di consegnare una grande quantità di informazioni sensibili — dalle abitudini di navigazione ai dati personali — a potenziali soggetti malevoli pronti ad approfittarne. Il rischio è reale. Google infatti ha appena condiviso un advisory dove mette in guarda gli utenti da false VPN, che possono nascondere malware capaci di rubare dati sensibili come cronologia, messaggi, credenziali finanziarie e wallet di criptovalute. Il consiglio è di scaricare solo app da fonti ufficiali e a prestare attenzione ai permessi richiesti.

La sfida culturale dietro la verifica dell’età online

L'obiettivo della verifica dell’età sui siti porno è proteggere i minori dall’accesso a contenuti sessualmente espliciti. Allo stesso tempo, serve a garantire che le piattaforme rispettino le normative nazionali ed europee sulla tutela dei minori, come la legge italiana e il Digital Services Act dell’UE. Le intenzioni sono buone ma il problema è molto più grande e soprattutto è culturale.

Assodato che sarà possibile aggirare la verifica dell'età, la vera sfida è modificare comportamenti, aspettative e responsabilità collettive. Non basta mettere filtri più sofisticati se i genitori, le scuole e le comunità non parlano apertamente di educazione sessuale, consapevolezza digitale e limiti all’accesso ai contenuti. Occorrono programmi di prevenzione e alfabetizzazione digitale per i ragazzi, strumenti di supporto concreti per le famiglie, campagne pubbliche che spieghino rischi e alternative, e politiche che incentivino piattaforme e operatori a collaborare. In assenza di questo cambiamento culturale, le misure tecniche rischiano di diventare un palliativo: facili da aggirare e incapaci di affrontare le radici del problema.

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