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Cosa sappiamo sul nuovo esercito cyber italiano: previste 1.500 unità attive 24 ore su 24

Il progetto punta a creare un organico autonomo e multidisciplinare per proteggere infrastrutture critiche, rafforzare la cybersicurezza nazionale e coordinare le risposte a minacce informatiche e ibride.
A cura di Elisabetta Rosso
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Il Ministro della Difesa Guido Crosetto durante il forum sul digitale Comolake ha parlato di un esercito cyber italiano. Sarà un'unità dedicata alla difesa del Paese nello spazio digitale, un dominio operativo che si affiancherà a quello di terra, mare, aria e spazio. "Dovrebbe partire una prima struttura che possa contare su 1.200-1.500 unità, ma l'obiettivo è arrivare a un organico più ampio, pienamente autonomo, capace di agire con efficacia", ha spiegato Crosetto. "La dimensione cyber è ormai il dominio operativo della sicurezza, insieme a terra, mare, aria e spazio. Difenderlo richiede capacità delicate, costanti e integrate. É qui che prende forma l'idea di un'Arma cyber nazionale con una componente civile e militare in grado di operare 24 ore su 24, sette giorni su sette, 365 giorni l'anno".

A gennaio 2025, durante un’audizione alla Camera, Crosetto aveva già lanciato l’allarme sui rischi cyber per l’Italia, sottolineando che decine di attacchi informatici erano in corso e che lo Stato non era ancora sufficientemente preparato a contrastarli. Non solo, a giugno è stato formalizzato un accordo tra il Ministero della Difesa e l’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) per rafforzare la collaborazione istituzionale e definire una “Struttura di Collegamento della Difesa” che operi in sinergia con l’Agenzia nella prevenzione e risposta alle minacce digitali.

A livello europeo, molti Paesi — Francia, Germania, Regno Unito — stanno potenziando le proprie capacità cibernetiche. Le minacce ibride (combinazioni di attacchi digitali, disinformazione, sabotaggi infrastrutturali) stanno diventando sempre più frequenti: la dimensione tecnologica è ormai intrecciata con quella geopolitica. 

L’Arma Cyber: difesa, formazione e deterrenza per la sicurezza digitale nazionale

La creazione di un'arma cyber congiunta civile e militare, operativa 24 ore su 24, risponde alla crescente necessità di proteggere le infrastrutture critiche e la sicurezza digitale del Paese.  L’iniziativa evidenzia come la cybersicurezza stia diventando un pilastro concreto della difesa nazionale, non più solo una questione tecnica, ma una priorità strategica.

Secondo il ministro "questa forza deve unire competenze tecniche avanzate, intelligenza digitale, capacità di contrasto immediato e resilienza operativa". Non solo, "sarà fondamentale  anche garantire tutele funzionali, percorsi di formazione continua per gli specialisti civili e militari, così da trattenere competenze e creare una struttura nazionale della sicurezza mondiale", ha aggiunto il ministro. "Questa capacità non può solo essere difensiva, deve essere anche una forma di deterrenza che comunichi all'esterno la prontezza di un Paese di proteggere la propria sovranità informativa. La tecnologia è la nostra nuova linea di difesa".

La cybersicurezza come pilastro della difesa nazionale

Il progetto non parte da zero. L’Italia dispone di reparti “tecnologici-militari” con funzioni cyber. Per esempio il 9° Reggimento Sicurezza Cibernetica “Rombo”, un’unità dell’Esercito che opera nella difesa delle reti interne militari e nel supporto alle infrastrutture critiche. Anche il Comando C4 dell’Esercito — che gestisce reti, comunicazioni e sistemi informatici — svolge funzioni di sorveglianza, risposta agli incidenti e interoperabilità con gli altri comandi. La “Brigata informazioni tattiche” invece raggruppa capacità di guerra elettronica, raccolta dati, intelligence tattica, e costituisce un’altra pedina del panorama operativo esistente.

Il nuovo esercito secondo Corsetto sarà un organico più ampio e pienamente autonomo: "Serve una difesa intelligente, fondata su ricerca scientifica, sviluppo industriale responsabile e alleanze strategiche capaci di sostenere l'Europa nel suo percorso verso la vera autonomia tecnologica. Una sicurezza che non sia solo militare, ma anche digitale, economica e cognitiva, capace di garantire la resilienza delle istituzioni e la fiducia dei cittadini".

"Solo con una migliore condivisione di innovazione etica e strategia potremo trasformare la tecnologia non in un fine, ma in bene comune al servizio della stabilità, della crescita e della vita". Questo sviluppo riflette un impegno crescente nella protezione delle infrastrutture digitali del Paese, riconoscendo la cybersicurezza come un pilastro fondamentale della difesa nazionale.

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