Cosa non torna nella difesa di Boss Miao: le nostre dieci domande all’admin di Phica

Boss Miao o Phica Master si difende e sul sito sessista Phica assicura: “Nessuna estorsione”. Parla anche dei pacchetti da 250 a 1000 euro mensili che proponeva alle donne che chiedevano la rimozione dei contenuti sul loro conto. Un giro di soldi portato alla luce da Fanpage.it. L’admin sostiene che quel denaro fosse destinato a terze persone incaricate di cercare i link diffamatori o offensivi su Phica e su siti terzi per poi segnalarli e farli rimuovere: “Ovviamente questo è un servizio a pagamento. Se ordini una pizza e vai a prenderla di persona non paghi alcun supplemento, la pizzeria però può proporti la consegna a domicilio con un costo aggiuntivo”. Intanto, il nickname di Boss Miao viene accostato con sempre maggiore insistenza al nome di Vittorio Vitiello, quarantacinquenne originario di Pompei che vive a Firenze. I vicini dell'uomo lo descrivono come "schivo, bizzarro, separato, sempre chiuso in casa con i gatti". Dopo avere dato spazio alla sua replica, abbiamo dieci domande per lui.
Le nostre domande a Boss Miao
Boss Miao, come avevamo già chiarito su Fanpage.it, è sicuro che i “servizi” proposti si inscrivano nel perimetro della legalità. Le indagini sono in corso per accertare le responsabilità di gestori e utenti del sito Phica. Nella difesa di Boss Miao ci sono, tuttavia, dei punti poco chiari e argomenti che ha preferito non toccare. Per definire meglio il sistema Phica, gli rivolgiamo dieci domande:
- Da cosa dipende la scelta di nascondersi dietro pseudonimi come Phica Master o Boss Miao anziché dare il proprio nome e cognome almeno alle persone a cui chiedeva pagamenti in cambio della rimozione dei contenuti?
- Dato che a suo dire si limitava a fornire dei regolari servizi, come mai per il pagamento proponeva il metodo amici e familiari di Paypal? La Protezione acquisti di PayPal non copre i pagamenti fatti con questa modalità.
- Pagava le tasse sui soldi guadagnati attraverso questi servizi?
- Come mai indirizzava i pagamenti sul conto PayPal di Giulia e sull’IBAN di Giada?
- Chi sono Giulia e Giada e in che modo erano titolate a effettuare la rimozione dei contenuti?
- Boss Miao ci teneva tanto a mantenere il suo anonimato, perché nel caso di Giulia e Giada invece le esponeva dando i loro conti?
- Perché non era possibile parlare direttamente con Giada, neanche dopo averle versato centinaia di euro perché si occupasse di rimuovere i contenuti?
- Il primo pacchetto – quello da 250 euro – era dedicato alla rimozione dei contenuti su Phica e sui vostri canali Telegram. Per quale motivo far pagare la richiesta di sparire dalla piattaforma? Ritiene giusto monetizzare sulla rimozione di quello che è a tutti gli effetti un abuso?
- Se una donna non voleva comparire sul vostro sito, non aveva il diritto di essere inserita automaticamente in blacklist, senza dover pagare? E invece anche l'inserimento in blacklist era venduto come un servizio.
- Non ritiene di dovere delle scuse alle donne che per anni sono state insultate con commenti volgari e diffamatori sul suo sito?
L'ipotesi sull'identità di Boss Miao: "È Vittorio Vitiello"
Chi è Boss Miao o Phica Master? Il giornale Domani, in un articolo firmato da Stefano Vergine, ha riportato il nome di un uomo di 45 anni, Vittorio Vitiello, nato a Pompei ma residente a Firenze e prima ancora a Coverciano. L'esperto di cyberintelligence Alex Orlowski che ha collaborato con Vergine, ha spiegato ad Agi di essersi impegnato a dare un'identità all'admin di Phica perché da sempre conduce una battaglia contro l'odio online. Il Corriere della Sera riporta le parole di una donna che avrebbe descritto Vitiello come un "signore schivo e riservato". Sarebbe separato e vivrebbe da solo con i gatti. A La Stampa un altro vicino racconta: "Un uomo alto e grosso. Stava sempre chiuso in casa, ordinava tutto online, arrivavano continuamente pacchi, spesa, lettiere e cibo per gatti". Ora non resta che attendere gli sviluppi delle indagini.