video suggerito
video suggerito

Cosa fare con i dischetti neri che trovate in spiaggia: ormai gli avvistamenti sono centinaia

Da gennaio 2025 nelle spiagge italiane sono stati avvistati dei piccoli dischetti di plastica neri. La forma è leggermente inarcata, come fossero delle Pringles. Probabilmente arrivano dalla perdita di un depuratore che scarica nel fiume Adige. Ora l’Università Milano – Bicocca ha deciso di aprire uno studio. Se li avvistate in spiaggia potete partecipare anche voi alla ricerca.
A cura di Valerio Berra
0 CONDIVISIONI
Immagine

Sono dei dischetti di plastica neri. Hanno tutti la stessa forma. Non sono piatti. Sono leggermente inarcati, commesse fossero delle Pringles. La superficie non è lisca ma coperta da un reticolo. Con buona probabilità li avrete visti anche voi questa estate, magari mentre eravate in spiaggia. Da gennaio si sono registrati centinaia di avvistamenti su tutte le coste del Mar Adriatico, del Mar Ionio e ora anche sulle coste della Sicilia.

Uno delle prima segnalazioni è arrivata dal profilo Instagram Archeoplastica. È il progetto social creato da Enzo Suma per documentare la storia dei rifiuti plastici che si trovano nelle spiagge italiane. Lo scorso 16 giugno, in un’intervista a Fanpage, aveva spiegato che tutto era cominciato da gennaio:

“A partire da gennaio stiamo osservando il continuo arrivo in spiaggia di migliaia di piccoli dischetti in plastica nera usati come supporti per la biomassa in alcuni impianti di depurazione”.

Da dove arrivano i dischetti neri a forma di Pringles

Ora c’è qualche notizia più certa. Questi dischetti neri arriverebbero dal fiume Adige, il fiume che nasce in Alto Adige e sfocia nel Mar Adriatico. Non solo. Sarebbero legati a una perdita di un depuratore che scarica proprio in questo fiume. Questi dischetti infatti, spiegava Riccardo Mancin di Palstic Free, sono componenti tecnici usati nei depuratori moderni. Ora però ci sono anche delle indicazioni su cosa fare quando li troviamo in spiaggia.

Dove spedire i dischetti neri: lo studio dell’Università Milano-Bicocca

L’Università Milano-Bicocca ha deciso di aprire uno studio su questi dischetti neri neri. L’annuncio è stato pubblicato sui social dall’account Archeoplastica che ha spiegato tutti i passaggi da seguire quando si trovano questi dischetti in spiaggia. Più materiale verrà inviato, più lo studio potrà essere consistente.

L’obiettivo è quello di analizzare come il materiale con cui sono fatti si trasforma in mare. I ricercatori analizzeranno le sostanze inquinanti che hanno assorbito, l’alterazione subita negli ultimi mesi e se hanno rilasciato altri contaminati.

Se li trovate in spiaggia e volete partecipare allo studio potete seguire questi quattro passaggi:

  • Metterli in una busta chiusa
  • Inserire la data del ritrovamento
  • Inserire il luogo, meglio le coordinate
  • Inviare tutto a: Francesco Saliu, Ph.D. DISAT – Università di Milano-Bicocca. Piazza della Scienza 1 | 20126 Milano
0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views