Come ha fatto una colonia di meduse a bloccare una centrale nucleare in Francia

Tre reattori della centrale nucleare di Gravelines, nel nord della Francia, si sono spenti improvvisamente domenica sera. A bloccare i sistemi di raffreddamento dell'impianto è stata una colonia di meduse che ha intasato i filtri delle pompe. La società nucleare francese EDF, lo ha descritto come uno “sciame massiccio e imprevedibile”. Ha precisato che il blocco della centrale non ha avuto conseguenze sulla sicurezza dell’impianto, del personale o dell’ambiente.
Il fenomeno non è nuovo. Già in passato, centrali nucleari e termoelettriche di diversi paesi – Stati Uniti, Giappone e Svezia – hanno subito interruzioni a causa di sciami di meduse. Anche la centrale nucleare di Torness, in Scozia – sempre gestita da EDF – nel 2021 è stata costretta a fermarsi per una settimana a causa dell’intasamento delle condotte d’acqua da parte delle meduse, un episodio simile a quello verificatosi dieci anni prima. Nel 1999, invece, una colonia ha causato un vasto blackout nelle Filippine.
Cosa è successo alla centrale di Gravelines
L’impianto è tra i più grandi della Francia e fornisce energia elettrica a cinque milioni di abitazioni. Le sue sei unità, ciascuna con una capacità di produzione di 900 megawatt, raggiungono una potenza complessiva di 5,4 gigawatt. Per il raffreddamento la centrale utilizza acqua prelevata da un canale collegato al Mare del Nord, dove abitano diverse specie di meduse autoctone che attraversano la costa nei mesi estivi, quando le acque si riscaldano.
Come ha spiegato a Reuters Derek Wright, consulente di biologia marina presso la National Oceanic and Atmospheric Administration Fisheries degli Stati Uniti. "Le meduse si riproducono più velocemente quando l'acqua è più calda e, poiché aree come il Mare del Nord si stanno riscaldando, la finestra riproduttiva si sta ampliando sempre di più".
E infatti, negli ultimi anni, la presenza di meduse nell'area è aumentata significativamente. Il fenomeno è dovuto a più fattori. Innanzitutto, l’aumento della temperatura delle acque dovuto ai cambiamenti climatici crea condizioni ideali per la loro proliferazione, favorendo la loro riproduzione e sopravvivenza. Inoltre, le variazioni nella salinità del mare e le correnti costiere possono spingere gli sciami di meduse verso la riva.
Un altro fattore importante è la pesca eccessiva, che riduce drasticamente il numero di predatori naturali delle meduse, come alcuni tipi di pesci e tartarughe marine. Infine, l’inquinamento e l’eutrofizzazione delle acque, dovuti allo scarico di nutrienti da attività agricole e urbane, favoriscono la crescita di fitoplancton, principale alimento delle meduse, contribuendo ulteriormente alla loro diffusione lungo le coste.
Perché le meduse stanno invadendo le centrali nucleari
Le meduse finiscono nei sistemi di raffreddamento delle centrali nucleari perché questi impianti prelevano grandi quantità di acqua direttamente dal mare o da canali collegati alla costa, ambienti in cui le meduse nuotano liberamente. Durante i periodi di proliferazione, soprattutto in estate quando le temperature sono più alte, gli sciami di meduse si avvicinano alle coste, seguendo le correnti e cercando acque più calme e ricche di nutrienti. Così, le meduse vengono aspirate insieme all’acqua nei condotti di presa delle centrali, finendo intrappolate nei filtri e causando intasamenti che compromettono il flusso necessario al raffreddamento dei reattori.
La proliferazione delle meduse chiaramente aumenta la probabilità che vengano risucchiate all'interno dei canali di raffreddamento delle centrali nucleari. Per far fronte a questo problema crescente, alcuni scienziati dell’Università di Bristol hanno sviluppato un sistema di allerta precoce capace di prevedere la comparsa improvvisa di sciami di meduse, offrendo così la possibilità di preparare e proteggere in anticipo gli impianti costieri. Diventa sempre più urgente sviluppare strategie efficaci per prevenire e gestire questi fenomeni naturali imprevedibili.