Chi paga gli annunci contro Francesca Albanese: la storia dell’agenzia IGAA

Il 5 luglio è comparsa in testa alle ricerche su Google una pagina denigratoria contro Francesca Albanese. Il 12 giugno un video fake sulla distribuzione di aiuti umanitari a Gaza da parte di Israele. Cinque giorni dopo su YouTube è stato pubblicato un telegiornale creato con l’intelligenza artificiale che annunciava un attacco a sorpresa di Hamas. Tutti questi video fanno parte di una campagna di propaganda mirata. Dietro, a manovrare la rete di sponsorizzazioni, c’è la Israeli Government Advertising Agency (IGAA), l'agenzia che opera come gruppo di comunicazione per il governo di Benjamin Netanyahu.
Da mesi su Fanpage.it stiamo ricostruendo la campagna dell’IGAA. L’analisi dei dati su Google Ads rivela una promozione pubblicitaria su larga scala. Israele infatti ha sponsorizzato decine di annunci che hanno raggiunto migliaia di visualizzazioni. Tutti i video hanno un obiettivo preciso: diffondere messaggi di propaganda israeliana in Italia. Ma per capire meglio come funziona si deve guardare dietro le quinte ed è qui che troviamo la Israeli Government Advertising Agency.
Cosa sappiamo sulla Israeli Government Advertising Agency
L'agenzia, nota anche con il suo acronimo in lingua ebraica Lapam (LPM, ebraico: לפ״מ), si occupa della progettazione e gestione di campagne pubblicitarie per enti pubblici. Tra questi, ministeri, forze armate, forze dell’ordine, università statali, aziende pubbliche e musei. Gestisce le strategie, le analisi di mercato, e la produzione e la diffusione degli annunci.
L'IGAA si occupa anche di pianificare campagne pubblicitarie ad hoc per il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dell’Aliyah e dell’Integrazione. Sul suo profilo LinkedIn spiega "la nostra agenzia è responsabile di numerosi processi di marketing, tra cui campagne pubbliche e sociali su un'ampia gamma di argomenti". Tra questi, anche la propaganda di guerra.
Come funziona la macchina della propaganda dell'IGAA
Attraverso l’IGAA il governo israeliano ha avviato una vasta campagna sui social media nei principali Paesi occidentali per raccogliere sostegno. La strategia è semplice: diffondere decine di annunci pubblicitari pro Israele su piattaforme come X, YouTube, Instagram, Facebook e TikTok. La strategia dell’IGAA si basa su una rete di sponsorizzazioni su Google. Tutto parte dalla piattaforma pubblicitaria Google Ads che gestisce anche gli spazi promozionali. Per avviare una campagna basta pagare. Si accede così all’universo degli spot digitali che scorrono prima, durante o accanto ai contenuti della piattaforma.
L’IGAA ha adottato principalmente due strategie operative. La prima è stata sponsorizzare video fake per farli comparire negli spazi dedicati alle pubblicità. È successo con il falso video degli aiuti umanitari o con l’ultimo spot sul progetto Dinah. La seconda strategia, invece, si focalizza sul posizionamento all’interno del motore di ricerca. È il caso di Francesca Albanese e dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che fornisce assistenza ai rifugiati palestinesi. L’IGAA ha avviato infatti una campagna su Google per far comparire come primo risultato di ricerca una pagina denigratoria su Albanese e sull’UNRWA.
Entrare nei giornali: l'ultima mossa dell'agenzia israeliana
L’ultima mossa dell’IGAA è stata entrare nel perimetro dell’informazione giornalistica tradizionale. L’agenzia infatti ha promosso un articolo di Avvenire a insaputa della testata. Il pezzo intitolato "La sistemica violenza sessuale l'altra arma del 7 ottobre", è comparso sponsorizzato anche sulle pagine di testate italiane come il Post e il Messaggero, come hanno segnalato diversi utenti a Fanpage.it.
Non è successo solo in Italia. Come riportato su DR, rete televisiva danese, gli annunci sono comparsi anche su diverse testate in Danimarca, tra queste: Jysk-Fynske Medier, JP/Politikens Hus, Aller Media e Berlingske Media. Su Reddit, poi, diversi utenti statunitensi hanno segnalato banner pubblicitari pro Israele comparsi su diverse testate nazionali. “Da diverse settimane, nel mio feed di CNN vedo post ferocemente pro-Israele da parte di un'organizzazione chiamata IGAA", scrive un utente. “Anche a me sono comparsi sul New York Post, CBS News e Usa today”, ha aggiunto un altro.
L’obiettivo è chiaro: influenzare l’opinione pubblica occidentale e orientare la percezione del conflitto. In questo modo i confini tra informazione e propaganda diventano sempre più sottili. Ed è lì, nella zona grigia, che la Israeli Government Advertising Agency trova terreno fertile per manipolare la narrazione sul conflitto a Gaza.