Chi è Chen Zhi, l’uomo accusato di aver costruito un impero di truffe online: “Lavoratori ridotti in schiavitù”

La scorsa settimana il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha eseguito il più grande sequestro di criptovalute di sempre, dal valore complessivo di almeno 14 miliardi di dollari, e sono tutte collegate allo stesso uomo. Il suo nome è Chen Zhi. Origini cinesi ma naturalizzato cambogiano, a soli 37 anni ha accumulato un'enorme ricchezza in pochi anni, ma secondo le indagini congiunte svolte da Stati Uniti e Regno Unito, quello che lo ha portato a diventare milionario è in realtà “un'impresa criminale costruita sulla sofferenza umana”.
Come risultato di questa maxi-operazione, Regno Unito e Stati Uniti hanno emesso sanzioni nei confronti di oltre un centinaio di società collegate a Chen Zhi, l'uomo oggi accusato di aver creato un'enorme rete criminale transnazionale che avrebbe truffato persone in tutto il mondo, oltre ad aver sfruttato i suoi lavoratori costringendoli in veri e propri campi di lavoro forzato.
Anche se non ha ricevuto nessuna condanna ufficiale da parte della Cambogia, dalla notizia delle sanzioni a suo carico Chen Zhi ha fatto perdere le sue tracce.
Chi è Chen Zhi
Chen Zhi ha lasciato il sud-est della Cina, dove è nato e cresciuto, per trasferirsi in Cambogia nel 2010, quando era poco più che ventenne. Qui si è buttato a capo fitto nel settore immobiliare, che in quegli anni stava vivendo un boom speculativo senza precedenti. Chen Zhi ha iniziato ad acquistare immobili su immobili fino a fondare qualche anno dopo la Prince Holding Group, che in poco tempo si è affermata come gruppo leader non solo nel settore immobiliare, ma anche in quello finanziario e bancario.
Sul sito della holding, ancora online, la pagina dedicata al presidente descrive Chen Zhi come “un imprenditore rispettato e rinomato filantropo della comunità imprenditoriale cambogiana. Chen Zhi si impegna attivamente nell'aiutare le comunità cambogiane attraverso varie attività del braccio di beneficenza di Prince Group, la Prince Foundation.” Nel 2020 l'uomo ha anche ricevuto il titolo più alto che può essere conferito dal re della Cambogia, quello di “Neak Oknha”, che però richiede profumate donazioni annuali al governo.
L'impero di truffe
In realtà, le indagini di Stati Uniti e Regno Unito suggeriscono che, dietro la maschera da giovane e talentuoso uomo d’affari, Chen Zhi avrebbe nascosto per anni un impero fatto di truffe e violenze. Nell'annuncio delle sanzioni, il trentasettenne viene accusato di avere costruito un'intricata rete di società di copertura e portafogli di criptovalute per nascondere il denaro sporco ottenuto da truffe online di ogni tipo.
La BBC cita un passaggio dell'annuncio delle sanzioni in cui la Prince Group viene definita come un'organizzazione criminale transnazionale accusata di aver accumulato i suoi profitti attraverso una “lunga serie di crimini transnazionali, tra cui sextortion – un tipo di frode che consiste nel richiedere materiale sessualmente esplicito, spesso ottenuto da minori, e poi utilizzarlo per ricattare la vittima – riciclaggio di denaro, varie truffe e racket, corruzione, gioco d’azzardo illegale online". L'uomo è anche accusato di "traffico, tortura ed estorsione su scala industriale di lavoratori ridotti in schiavitù, finalizzati al funzionamento di almeno dieci complessi truffaldini in Cambogia.”
Campi di lavoro forzato per truffare in tutto il mondo
Tra gli altri crimini, Chen Zhi è infatti stato collegato ad almeno dieci enormi strutture in Cambogia, dove le persone assunte verrebbero assunte per compiere materialmente le truffe online. Secondo la descrizione che ne fa la CNN, si tratta di veri e propri campi di lavoro forzati, circondati da filo spinato, dove le persone, più che come dipendenti, verrebbero ridotte in condizioni paragonabili alla schiavitù. Secondo le indagini che hanno portato alle sanzioni a carico della rete che faceva capo a Chen Zhi, all'interno di questi complessi i lavoratori erano a loro volta vittime di frequenti minacce e violenze fisiche.
In questi giorni, il governo della Cambogia ha replicato alle accuse di Regno Unito e Stati Uniti dicendo che spera che i due Paesi abbiano prove sufficienti per accusare Chen Zhi e la sua società. In base a quanto riporta l'Associated Press, il portavoce del Ministero degli Interni cambogiano Touch Sokhak ha aggiunto che il gruppo di Chen Zhi avrebbe soddisfatto tutti i requisiti legali per operare nel Paese e che il governo cambogiano avrebbe collaborato solo dopo richiesta ufficiale. Ha inoltre specificato che, per ora, non ha emesso nessuna accusa contro l'uomo e le sue società.