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Che fine hanno fatto tutti quei dati sulla diversità in azienda: la scelta delle Big Tech

Dopo dieci anni di pubblicazioni annuali sui progressi in tema di diversità, equità e inclusione, i giganti del tech interrompono la condivisione dei dati. La stretta dell’amministrazione Trump sui programmi DEI spinge le aziende a fare un passo indietro sulla trasparenza.
A cura di Elisabetta Rosso
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Negli ultimi dieci anni, molte grandi aziende tecnologiche statunitensi hanno pubblicato regolarmente dati sulla composizione della loro forza lavoro per genere ed etnia. Un modo per mettere nero su bianco i progressi in tema di diversità, equità e inclusione (DEI, dall’inglese Diversity, Equity, and Inclusion). Quest’anno, però, alcune delle più influenti, tra queste Google, Microsoft e Meta, hanno deciso di tirarsi indietro.

Fonti interne hanno confermato a WIRED Usa che Google, pioniera dei report annuali sulla diversità, non ha intenzione di rilasciare dati nel 2025. Microsoft e Meta hanno confermato la stessa decisione tramite i loro portavoce. Questa decisione rischia di ridurre la trasparenza sullo stato della diversità nel settore tech e potrebbe ostacolare il lavoro di attivisti e organizzazioni civili impegnate a rendere le aziende tecnologiche più rappresentative.

Una storia di report annuali

La prima pubblicazione di dati sulla diversità da parte di Google risale al 2014, dopo pressioni da parte di attivisti per i diritti civili, tra cui il reverendo Jesse Jackson e la sua organizzazione Rainbow PUSH Coalition. Poco dopo altri giganti tech hanno seguito l’esempio.

I report annuali hanno mostrato una crescita costante nell’assunzione di donne e minoranze etniche, anche se questi gruppi restavano sotto-rappresentati nei ruoli tecnici e manageriali. Alcune aziende hanno fornito dati aggiuntivi su tassi di abbandono più elevati tra le minoranze e sulla scarsa rappresentanza di lavoratori con disabilità o membri della comunità LGBTQ+. Tra il 2013 e il 2023, Google ha pubblicato 11 report, l’ultimo a giugno 2024. Meta, invece, ha coperto il periodo compreso tra il 2014-2022, mentre Microsoft ha rilasciato l’ultima analisi ad ottobre 2024.

L’impatto delle politiche federali

Il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump a gennaio 2025 è stato un punto di non ritorno. Il presidente ha ordinato alle agenzie federali di contrastare qualsiasi politica del settore privato che favorisse i programmi DEI per minoranze, donne o altri gruppi specifici, minacciando anche cause legali o multe per le aziende che dessero priorità all’identità rispetto al merito nelle assunzioni.

Di conseguenza, alcune grandi aziende, come Google e Meta, hanno sospeso le iniziative DEI come eventi, corsi di formazione e campagne di reclutamento mirate. Secondo i dipendenti di Google ci sono stati anche cambiamenti interni: gruppi di risorse per i dipendenti hanno visto ridotte le loro attività e, in alcuni casi, è stato vietato affiggere volantini per eventi comunitari negli uffici.

Microsoft, dal canto suo, ha dichiarato di non pubblicare il report “tradizionale” perché l’azienda ha scelto di evolversi verso format più dinamici e accessibili, come video, storie e approfondimenti pratici sull’inclusione, assicurando che “missione e valori restano invariati”. Meta non ha fornito dettagli sulla scelta di sospendere la pubblicazione dei dati.

La strada opposta: Apple, Amazon e Nvidia

In controtendenza, altre grandi realtà come Apple, Amazon e Nvidia hanno deciso di pubblicare i loro aggiornamenti sulla diversità nel corso dell’anno, confermando un impegno continuativo verso la trasparenza e la responsabilità sociale.

Apple e Amazon hanno inoltre continuato a fornire i loro report annuali all’Equal Employment Opportunity Commission (EEOC), l’agenzia federale che raccoglie dati sulla composizione di genere ed etnia delle aziende con più di 100 dipendenti. La pubblicazione volontaria di questi report ha supportato campagne di advocacy, azioni legali e ricerche accademiche volte a evidenziare le discriminazioni nel settore tech.

Per gli attivisti e le organizzazioni non profit, i programmi DEI e i report annuali sono strumenti essenziali per spingere verso team equilibrati, capaci di comprendere meglio le esigenze dei clienti e sviluppare prodotti inclusivi. La decisione di giganti come Google, Microsoft e Meta di interrompere la condivisione dei report rappresenta un passo indietro che potrebbe avere conseguenze a lungo termine sulla rappresentanza nel settore tech statunitense.

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