C’è uno strumento per impedire che le tue foto private finiscano in rete: come fare

Prima il gruppo Facebook "Mia moglie con i suoi 32.000 utenti, poi l'ondata di denunce che ha protato alla chiusura di Phica.eu, il forum a contenuto pornografico in cui per anni sono state condivise e sessualizzate le foto di centinaia di donne, famose e non, senza il loro consenso.
Entrambi questi casi hanno mostrato più che mai quanto facilmente le proprie foto, anche scattate di nascosto, possano finire in rete. Tuttavia, non tutti sanno che quando si parla di foto intime, cioè con contenuto sessualmente esplicito, da qualche anno esiste uno strumento preventivo, messo a disposizione dal Garante per la protezione dei dati personali per ridrre il rischio che questi materiali vengano diffusi sulle piattaforme social.
Cosa fare per proteggere le tue foto intime
Chi teme che una propria foto intima, con contenuto sessualmente esplicito, possa essere diffusa senza il proprio consenso in rete, può infatti rivolgersi al Garante della privacy con un'istanza preventiva. Questo strumento è previsto dagli articoli 144-bis del Codice in materia di protezione dei dati personali e 33-bis del regolamento n. 1/2019 del Garante.
Quando era appena esploso il caso Phica.eu, a Fanpage.it l'avvocato Guido Scorza, componente del Garante della Privacy, ne aveva spiegato il funzionamento. In sostanza, chi si sente esposto a questo rischio può segnalare la propria situazione al Garante utilizzando l'apposito form disponibile sul sito stesso del Garante a questo link. Si può accedere anche utilizzando lo Spid o tramite la Carta di Identità Elettronica (CIE).
Una volta entrati nell'area predisposta – spiega il sito del Garante – bisogna indicare le piattaforme dove si teme e non si vuole che possa finire il materiale in questione e spiegare quali sono le ragioni per cui si teme che le proprie immagini vengano condivise. Affinché il Garante possa agire è importante disporre di una copia della foto o del video in questione e inviarla al Garante stesso tramite il link che viene comunicato al momento della segnalazione.
Come funziona questo strumento
Se ci sono tutti i prerequisiti per accogliere l'istanza, "traduciamo – aveva spiegato Scorza – il contenuto in un codice hash, una sequenza alfanumerica inintellegibile all'occhio umano, ma che identifica in maniera univoca quel contenuto, e lo trasmettiamo alle piattaforme. A quel punto i gestori delle piattaforme devono filtrare tutti i contenuti caricati e sono obbligate a impedire il caricamento di quel materiale che corrisponde all'hash segnalato".
Tuttavia, è bene specificare – come ricorda il Garante – che la prima regola è prestare più attenzione possibile nella condivisione di questo genere di materiali, perché purtroppo anche attraverso questo strumento tecnologico, "l’intervento del Garante non è in grado di assicurare, in termini assoluti, che l’evento temuto non si verificherà", qualora ad esempio la foto in questione fosse stata modificata dalla persona malintenzionata.
Perché le foto di altri non possono essere pubblicate altrove
Come ha spiegato il Garante della Privacy a Fanpage.it, anche se la foto in questione non presenta un contenuto sessuale ed è stata pubblicata sui propri social dal soggetto visibile nella foto, non può comunque essere presa da terzi e ripubblicata altrove, men che meno in forum a tema sessuale, dove queste foto vengono completamente estrapolate dal contesto in cui sono state pubblicate la prima volta.
Questa condotta può rappresentare infatti una violazione del diritto alla privacy e in quanto tale può essere sanzionata. Se le foto sono intime o sessualmente esplicite si può anche entrare nel penale perché la condivisione non consensuale di questi materiali può anche configurare il reato di revenge porn.