Alla fine gli hacker russi che attaccano l’Italia non erano poi così russi: le indagini su NoName

Da circa due anni l’Italia è diventata il bersaglio di un gruppo di hacker. Si fanno chiamare NoName, si definiscono filo russi e quando ne hanno voglia organizzano attacchi mirati a infrastrutture digitali sensibili. Per fortuna, non è chiaro se per capacità o strategia, gli attacchi non hanno mai creato danni seri a obiettivi strategici. Alla peggio causano qualche down temporaneo.
La tattica di NoName 057 è stata chiara dal primo minuto. Niente richieste di riscatto, niente dati rubati e rivenduti. Solo azioni di vandalismo digitale. Miravano un obiettivo e iniziavano a colpirlo con attacchi DDoS, azioni abbastanza semplici in cui il numero di accessi a un sito viene moltiplicato i modo virtuale così da impedire agli utenti reali di accedere.
Gli hacker del gruppo seguivano ogni volta la stessa liturgia. Prima veniva pubblicato su gruppo Telegram un elenco di obiettivi, poi si procedeva con l’attacco e quindi sui gruppi pubblici si pubblicavano come trofei gli screenshot dei media che parlavano dell’attacco. Ora un’indagine della Procura di Roma ha chiarito come era composta la struttura di NoName.
Cosa hanno svelato le indagini della Procura
La Polizia Postale ha identificato i vertici dell’organizzazione. Parliamo di cinque cittadini russi a cui sono arrivati mandati di arresto internazionali. Secondo quanto emerso fino a questo momento c’era un centro di comando basato nelle Federazione Russa e poi attivisti sparsi anche da altre parti. Tra le sedi distaccate c’era anche l’Italia. L’operazione si chiamava Eastwood ed è stata condotta anche in Svizzera, Svezia e Francia.
Secondo le indagini gli attivisti venivano reclutati su Telegram e ripagati dal direttivo centrale in criptovalute. Nelle carte sono finiti anche cinque hacker con base in Italia che ora sono stati identificati e perquisiti. Al momento il gruppo NoName 057 si difende. Ha commentato le indagini sui suoi canali ufficiali, prima di lanciare un nuovo attacco verso obiettivi tedeschi: “Non credete a tutte queste assurdità dei servizi segreti stranieri. Continuiamo la nostra battaglia sul fronte dell'informazione per la Russia! Per noi è vero. Siamo qui!”.