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Alexa entra in albergo, a Roma la prima struttura che usa l’assistente vocale come concierge

Il primo albergo che ha scelto di usare l’assitente vocale di Amazon con funzione di reception è TH Roma Carpegna Palace Hotel. Siamo andati a provarlo per vedere come Alexa può rispondere alle nostre richieste.
A cura di Valerio Berra
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“Alexa portami in camera un calice di spumante”. Se provate a inoltrare questa richiesta a un dispositivo Amazon è difficile che succeda qualcosa. Ben che vada vi risponderà una variante di “Non ho capito, puoi ripetere?”. Se invece pronunciate la stessa frase ma in una camera d’albergo allora potrebbe arrivarvi davvero un calice di spumante. Alexa ha introdotto anche in Italia il servizio Smart Properties for Hospitality: l’assistente vocale di Amazon ora può essere installato anche nelle camera d’albergo e può svolgere alcuni compiti come concierge.

La sperimentazione è già cominciata in alcune strutture alberghiere, a partire dal TH Carpegna Palace Hotel, l’albergo di Roma dove l’abbiamo provato. Il cliente può entrare in stanza e usare Alexa sia per le funzioni base che per una serie di feature dedicate all’albergo. Può chiedere informazioni sul meteo, sul traffico, sulle news del giorno ma può anche chiedere gli orari dell’apertura del ristorante, le informazioni sui servizi delle strutture o anche la possibilità di fare check out.

Come cambia il lavoro degli operatori?

Alexa diventa un concierge virtuale. Ma come cambia i lavoro dei concierge umani? Giorgio Palmucci, Executive Vice President TH Resorts ha spiegato a Fanpage.it che Alexa non sostituirà il personale, semplicemente permetterà loro di evitare tutti i compiti più ripetitivi: “Ci sono attività in cui un essere umano non offre nessun valore aggiunto, anzi. Penso a tutte le chiamate in reception fatte per chiedere la password del Wi-Fi o gli orari del ristorante. Chi lavora in reception resta il punto di incontro tra la l’albergo e la nostra clientela”.

Come funziona Alexa negli alberghi

L’albergo in cui abbiamo provato questi dispositivi ha installato nelle sue stanze 203 dispositivi Echo Show, i tablet di Amazon integrati con Alexa. Tutte le stanze ne hanno uno, alcune anche due. Per poterli usare non serve l’app: i dispositivi sono gestiti da una rete interna dell’albergo. In questo modo possono usare Alexa tutti i clienti, anche quelli che non la usano a casa. Il contrappasso però è che i clienti dotati di Alexa non potranno accedere ai loro preferiti e alle loro impostazioni.

Tutta l’esperienza può essere personalizzata dall’albergo. Oltre ai dispositivi da installare, Amazon vende alle strutture un abbonamento per l’accesso alle API di Alexa. Per dirla in maniera molto rozza si tratta di pezzi di software che possono essere presi e rimaneggiati da terze parti. In questo modo ogni albergo potrà impostare i comandi che preferisce, da quelli base a quelli collegati a chiamate esterne come “Alexa, ho bisogno di cambiare la lampadina”.

Il caso degli alberghi Disney

La sperimentazione introdotta per la prima volta a Roma ma in altri Paesi è più facile trovare Alexa anche nelle stanze d’albergo. Nei Disneyland Resort i dispositivi Echo si trovano già in ogni stanza. Tutta l’interazione è personalizzata, dal comando di accensione “Ehy Disney” alle opzioni che si possono chiedere, fino all’aspetto: tutti i dispositivi Echo sono stati equipaggiati con un paio di orecchie da Topolino.

Alexa come assistente nelle Rsa

Secondo Gianmaria Visconti, country manager di Alexa in Italia, Spagna e Francia, questo è solo il punto di partenza. Alexa infatti potrebbe diventare un assistente domestico anche in altri contesti, sempre personalizzando i comandi in base alle necessità della struttura: “Questa sperimentazione ha delle potenzialità enormi. Alexa potrebbe essere usato anche in altre strutture dove gli ospiti hanno bisogno di richiedere assistenza continua, a partire della Residenza per Anziani”.

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