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A partire da quest’anno i dipendenti di Microsoft avranno ferie illimitate

Microsoft non è la prima Big Tech che prende questa decisione: prima di lei anche LinkedIn e Netflix avevano scelto di cambiare le regole sulle ferie dei dipendenti.
A cura di Valerio Berra
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La formula magica suona così: “Discretionary Time Off”, che tradotto in italiano può diventare qualcosa come “Permesso discrezionale”. È questo il modo con cui Microsoft ha aperto ai dipendenti che lavorano negli Stati Uniti la possibilità di accedere a un pacchetto praticamente illimitato di ferie.

La notizia è stata comunicata da Kathleen Hogan, chief people officer di Microsoft, con un memo interno poi trapelato sui giornali: “Come, quando e dove svolgiamo il nostro lavoro è cambiato radicalmente. E man mano che ci siamo trasformati, è stato un passaggio naturale portare la nostra politica sulle ferie verso un modello più flessibile”.

Come funziona il nuovo programma di ferie Microsoft

I dipendenti non dovranno più accumulare delle ferie prima di chiederle. Dal 16 gennaio saranno in grado di presentare domanda per le ferie in modo discrezionale, secondo le loro esigenze. Nel piano sono previsti comunque permessi per malattia, salute mentale, giornate di lutto o impegni di altro tipo come quelli legati alla necessità di presentarsi in tribunale come giurati.

Le nuove politiche decise da Microsoft non riguardano, almeno per il momento, i lavoratori che si trovano nelle sedi fuori dagli Stati Uniti. I dipendenti che invece hanno accumulato in questi anni ferie non godute, spiega la rivista specializzata The Verge, verranno risarciti nel mese di aprile con un importo calcolato in base alla quantità di giorni da smaltire.

I precedenti, a partire da LinkedIn

Non è la prima volta che un’azienda delle Big Tech si prova la politica di ferie illimitate. La stessa decisione era stata presa anche da LinkedIn nel 2015. Il social network dedicato al lavoro è poi stato acquistato proprio da Microsoft nel 2016. Lo stesso modello è stato adottato anche da Salesforce, Oracle e Netflix.

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