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Virus simil Covid scoperto nei pipistrelli russi, scienziati: “Può infettare le cellule umane”

In pipistrelli russi è stato scoperto il sarbecovirus Khosta-2, simile al coronavirus SARS-CoV-2. Può infettare le cellule umane e resiste agli anticorpi Covid.
A cura di Andrea Centini
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Particelle del coronavirus SARS-CoV-2 su cellula umana. Credit: NIAID
Particelle del coronavirus SARS-CoV-2 su cellula umana. Credit: NIAID

In alcuni pipistrelli che vivono in Russia è stato trovato un virus simile al coronavirus SARS-CoV-2 in grado di infettare le cellule umane. Il patogeno, chiamato Khosta-2, è stato isolato in pipistrelli ferro di cavallo, lo stesso gruppo di chirotteri nel quale si ritiene si siano evoluti i virus della SARS, della MERS e della pandemia di COVID-19, prima di passare a un serbatoio intermedio – un altro animale – che ha permesso lo spillover, il salto di specie all'essere umano. Sono tutti quanti sarbecovirus, un sottogenere di betacoronavirus messo nel mirino dagli scienziati proprio perché rappresenta una potenziale minaccia per la salute pubblica, alla luce delle passate epidemie e della pandemia che stiamo vivendo da quasi tre anni.

A descrivere il nuovo virus Khosta-2 è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell'Università Statale di Washington, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dei dipartimenti di Pediatria, Microbiologia e Immunologia della Facoltà di Medicina dell'Università di Tulane. Gli autori dello studio, coordinati dal professor Michael Letko, docente presso la Paul G. Allen School for Global Health dell'ateneo di Washington, hanno specificato che due virus simili al SARS-CoV-2 sono stati scoperti alla fine del 2020 nella Russia occidentale. I patogeni, chiamati Khosta-1 e Khosta-2, sono stati trovati rispettivamente nelle popolazioni del ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) e del ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), pipistrelli ampiamente diffusi anche in altre zone d'Europa.

Entrambi i virus sono stati sottoposti a diversi esami di laboratorio, facendo concludere agli scienziati che solo Khosta-2 può rappresentare un rischio significativo per l'uomo (inizialmente si era creduto fosse innocuo). Alla luce della somiglianza col coronavirus SARS-CoV-2 e con altri sarbecovirus coinvolti in epidemie, il professor Letko e i colleghi hanno deciso di testare il Khosta-2 con le cellule umane, scoprendo che la proteina S o Spike del patogeno si aggancia al recettore ACE-2, permettendo l'intrusione dell'RNA virale e la conseguente infezione. È lo stesso identico legame biologico usato dal SARS-CoV-2 per attaccare le cellule umane e scatenare la COVID-19. Gli scienziati hanno così deciso di esporre il Khosta-2 agli anticorpi ottenuti da persone vaccinate contro il coronavirus, compresi quelli derivati dalla variante Omicron attualmente dominante, al fine di verificarne la capacità neutralizzante. In nessun caso, tuttavia, il virus Khosta-2 è stato neutralizzato dalle immunoglobuline Covid, pertanto, qualora dovesse compiere lo spillover, saremmo esposti all'infezione e a una nuova, potenziale pandemia.

Gli autori dello studio sottolineano che il virus trovato nei pipistrelli ferro di cavallo russi manca di alcuni geni relativi alla patogenesi umana, ciò nonostante vi è il rischio che possa ricombinarsi con un altro patogeno – come appunto il SARS-CoV-2 – e acquisire l'aggressività di cui al momento non è dotato. Per gli scienziati è un rischio da non sottovalutare, come quello rappresentato da molti altri sarbecovirs che circolano naturalmente nei pipistrelli. Per questo motivo chiedono a gran voce lo sviluppo di vaccini universali contro questo genere di patogeni, e non altamente specifici come lo sono quelli che vengono somministrati per proteggerci dalla pandemia.

“Purtroppo, molti dei nostri attuali vaccini sono progettati per virus specifici che sappiamo essere in grado di infettare le cellule umane o per quelli che sembrano rappresentare il rischio maggiore di infettarci. Ma questa è una lista in continua evoluzione. Abbiamo bisogno di ampliare la progettazione di questi vaccini per proteggerci da tutti i sarbecovirus”, ha affermato il professor Letko. I dettagli della ricerca “An ACE2-dependent Sarbecovirus in Russian bats is resistant to SARS-CoV-2 vaccines” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata PLOS Pathogens.

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