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Tempesta geomagnetica prevista tra il 19 e 20 gennaio: flusso di vento solare diretto verso la Terra

La Terra sta per essere investita da una tempesta geomagnetica a causa di un’espulsione di massa coronale (CME) verificatasi sul Sole. Cosa dobbiamo aspettarci.
A cura di Andrea Centini
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Tra giovedì 19 e venerdì 20 gennaio è prevista una tempesta geomagnetica sulla Terra, a causa di una significativa espulsione di massa coronale (CME) dal Sole che ha proiettato un flusso di particelle cariche elettricamente verso il nostro pianeta. Fortunatamente il vento solare non punta esattamente in direzione del globo terracqueo, pertanto il campo magnetico terrestre sarà solo parzialmente investito dalla scia di plasma. Per questo motivo si attende una tempesta geomagnetica di classe debole, che tuttavia non è priva di potenziali conseguenze.

Tutto ha avuto inizio domenica 15 gennaio, quando gli osservatori solari hanno rilevato due espulsioni di massa coronale – ovvero di materiale dallo strato più esterno dell'atmosfera del Sole – a causa di brillamenti di Classe M, piuttosto comuni in questa fase del ciclo della stella. Il Sole, infatti, da diversi mesi a questa parte evidenzia un'attività magnetica piuttosto sostenuta, legata al fatto che si sta dirigendo verso il picco massimo del suo ciclo di 11 anni, previsto per l'estate del 2025. Questa fase si caratterizza per la presenza di molte macchie solari ed eventi di espulsione di materiale dalla corona, che sprigionano i flussi di plasma nello spazio. Quando questi ultimi sono rivolti in direzione della Terra possono dar vita a tempeste geomagnetiche più o meno significative.

Come spiegato dal portale scientifico specializzato spaceweather.com, a sprigionare l'espulsione di massa coronale è stata la regione in cui si trova la grande macchia solare AR3182, da cui sono partiti i brillamenti di classe M. Il primo ha dato vita al flusso di vento solare che colpirà la Terra tra un paio di giorni, il secondo, verificatosi 04:42 ora italiana di domenica, dovrebbe invece mancare il pianeta. Gli esperti spiegano che i primi effetti della tempesta geomagnetica dovrebbero essere avvertiti già il 18 gennaio, ma fortunatamente si stima un evento di Classe G1 (il più debole su una scala di cinque, da G1 a G5) e non si attendono grossi problemi. Gli scienziati spiegano che fenomeni di questo tipo possono comportare piccoli disturbi alle linee elettriche e alla funzionalità dei satelliti, oltre a potenziali alterazioni nel comportamento migratorio degli animali. Al momento lo Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) non ha previsto questi eventi per la tempesta geomagnetica dei prossimi giorni.

L'evento più evidente legato alle tempeste di Classe G1 è la comparsa a latitudini più basse delle aurore polari, che si innescano a causa dell'impatto delle particelle cariche elettricamente del vento solare contro il campo magnetico terrestre. Nei prossimi giorni, per quanto concerne l'emisfero settentrionale, l'aurora boreale potrebbe essere osservata nelle città di Seattle, Chicago e Bost negli Stati Uniti, mentre per l'Europa potrebbero essere coinvolte la Danimarca e l'Inghilterra del Nord. L'aurora australe potrebbe invece manifestarsi in Australia e Nuova Zelanda. Normalmente questi eventi luminosi si verificano più vicini ai poli, dove si inseriscono le linee del campo magnetico terrestre.

Una tempesta geomagnetica di Classe G5 è un evento potenzialmente catastrofico e piuttosto temuto dagli esperti. Potrebbe farci letteralmente piombare per settimane o mesi in un Medioevo tecnologico, distruggendo comunicazioni e navigazione satellitari, internet, linee elettriche e infrastrutture energetiche. Al momento, tuttavia, non ci sono pericoli imminenti.

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