38 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Perché l’aurora boreale si è spostata più a sud del normale

Il fenomeno è stato osservato in tutto il Regno Unito, a latitudini molto più basse della normale residenza polare.
A cura di Valeria Aiello
38 CONDIVISIONI
Immagine

Dalla tarda serata di domenica 27 febbraio, tutto il Regno Unito ha assistito allo straordinario spettacolo dell’aurora boreale, un fenomeno che in genere si osserva ai margini del circolo polare artico ma che, in questa occasione, per due notti consecutive è stato visibile a latitudini molto più basse del normale. Dalle isole Shetland al Somerset e dal Norfolk all’Irlanda del Nord, in milioni hanno scrutato il cielo, ammirando quella che è stata una straordinaria opportunità per apprezzare l’evento mozzafiato. In tanti hanno riempito i social di foto e sorprendenti immagini, e più di qualcuno si è chiesto perché l’aurora boreale si sia spostata più a sud del normale.

L'aurora boreale vista nel sud del Regno Unito

La ragione di tale spostamento è da ricercare nella causa del fenomeno stesso, come spiegato a The Conversation da Jim Wild, professore di Fisica spaziale della Lancaster University, in Inghilterra. “Le aurore – premette Wild – hanno origine nell’area che circonda il nostro pianeta, ovvero nella regione dello spazio vicino alla Terra, nota come magnetosfera. Questa è un cocktail di atomi e molecole, che viene frantumato e riscaldato dalla radiazione solare (radiazione elettromagnetica emessa dal Sole). L’aurora boreale si crea quando queste particelle caricate elettricamente precipitano nell’alta atmosfera. La maggior parte delle particelle in arrivo, che stimolano la luce, sono elettroni. Tali elettroni vengono accelerati lungo il campo magnetico terrestre verso le regioni polari e, mentre gli schemi delle precipitazioni cambiano, l’aurora brilla e danza nel cielo”.

Ad alimentare l’aurora boreale è il vento solare, il flusso di particelle rilasciato dall’atmosfera superiore del Sole che scorre costantemente nel Sistema solare. “Il vento solare – – prosegue Wild – trascina con sé i resti del potente campo magnetico del Sole, bagnando i pianeti in un vapore magnetizzato di particelle più piccole degli atomi. Le interazioni tra il vento solare e la magnetosfera terrestre determinano l’aurora boreale”.

Allora perché l’aurora boreale è risultata visibile a latitudini molto più basse del normale? “Verso la fine della scorsa settimana, gli scienziati hanno notato un paio di espulsioni di massa coronale sul Sole, che sono eruzioni di materiale dall’atmosfera esterna del Sole (la corona) – precisa l’esperto – . Queste possono lanciare miliardi di tonnellate di materiale in quasi tutte le direzioni, che in genere colpiscono la Terra un paio di volte al mese. Come spesso accade, queste espulsioni erano rivolte entrambe verso la Terra, con la prima che ha lasciato il Sole alla fine del 24 febbraio e la seconda alla fine del 25 febbraio”.

Viaggiando alla velocità di circa 3 milioni di chilometri orari, la prima espulsione di massa coronale ha impiegato circa 48 ore per percorrere i 150 milioni di chilometri che separano il Sole dalla Terra, impattando contro la magnetosfera intorno alle 19:00 (ora del Regno Unito) di domenica, 26 febbraio. “L’impatto di un miliardo di tonnellate di materiale altamente magnetizzato e caricato elettricamente ha innescato una tempesta geomagnetica, un grave disturbo della magnetosfera terrestre. Gli elettroni nella magnetosfera hanno accelerato nell’atmosfera terrestre, determinando intense manifestazioni aurorali che si sono rapidamente espanse molto più del solito verso l’equatore

Questo primo evento si è verificato mentre la seconda espulsione di massa coronale era ancora in viaggio verso la Terra, colpendo il nostro pianeta verso l’ora di pranzo di lunedì 27 febbraio. L’impatto ha mantenuto elevata l’attività geomagnetica, offrendo la possibilità a turisti e abitanti del Regno Unito di assistere a una nuova aurora boreale per una seconda notte consecutiva.

Perché potrebbe succedere di nuovo

Difficile dire quando si verificherà un nuovo evento del genere ma, ritiene Wild, la possibilità che si manifesti nuovamente non è poi così remota. “L’attività del Sole varia durante un ciclo solare di 11 anni, con le espulsioni di massa coronale (e lo spostamento dell’aurora boreale a latitudini più basse) più probabili durante i periodi attivi del ciclo. Al momento – conclude l’esperto – , l’attività solare sta aumentando mentre ci avviciniamo verso il prossimo massimo solare, previsto nel 2025”.

38 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views