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L’Islanda ci “ripensa” e torna a uccidere le balene: massacrati i primi tre grandi cetacei

L’Islanda non ha prolungato lo stop alla caccia alle balene scaduto il 31 agosto scorso, aprendo di nuovo le porte all’orrore. Tre esemplari di balenottera comune sono stati uccisi brutalmente dalle navi baleniere durante la prima uscita della stagione. Tutti credevano che il Paese nordeuropeo non avrebbe riaperto la caccia, soprattutto a seguito di un rapporto scioccante sulla sofferenza dei cetacei arpionati, ma così non è stato.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Hvalavinir-Stop whaling in Iceland/ Facebook
Credit: Hvalavinir-Stop whaling in Iceland
/ Facebook

Gli arpioni delle navi islandesi sono tornate a uccidere le balene. Sono infatti già tre gli esemplari di balenottera comune (Balaenoptera physalus) massacrati dagli equipaggi delle baleniere durante la prima uscita della stagione. Lo stop alla caccia deciso per quest'anno dal governo, a causa dell'eccessiva sofferenza provocata agli animali durante la cattura, è durato infatti solo un paio di mesi: alla scadenza del 31 agosto, invece di prolungarlo come tutti si aspettavano, il ministero per l'alimentazione e l'agricoltura ha dato di nuovo il via libera ai cacciatori. Che non hanno perso tempo a tornare in mare per ammazzare le prime prede.

Oltre a essere una decisione crudele e anacronistica, fortemente osteggiata dalle associazioni animaliste di tutto il mondo (comprese le locali), quella del governo islandese è una vera e propria assurdità. La decisione di sospendere la caccia ai grandi cetacei misticeti era stata presa proprio a seguito di un rapporto commissionato dallo stesso ministero, guidato dalla dottoressa Svandís Svavarsdóttir. Il documento era giunto alla conclusione che i mammiferi marini soffrono troppo prima di morire, con alcuni esemplari che impiegano anche più di 2 ore prima di esalare l'ultimo respiro. Solo il 59 percento dei cetacei colpiti con gli arpioni esplosivi muore sul colpo, mentre per gli altri l'agonia si prolunga per una media di 11 minuti. Nel 2022 un esemplare è addirittura riuscito a scappare dopo 5 ore di inseguimento con un arpione conficcato sul dorso.

Tutto questo non ha nulla a che fare col “benessere animale” e nemmeno con le necessità alimentari degli islandesi. Praticamente nessuno vuole più la carne di balena. Eppure alla scadenza dello stop il governo islandese ha deciso nuovamente di permettere l'insensato massacro. Come spiegato al Guardian dalla ministra Svavarsdóttir, “con la scadenza del divieto, il ministero sta ora implementando nuovi requisiti rigorosi e dettagliati per la caccia, tra cui attrezzature, metodi e una maggiore supervisione”. In pratica, sarebbero state introdotte nuove misure per ridurre la sofferenza delle balene, ma per gli animalisti si tratta di parole al vento, di una vera e propria beffa.

Sembrano dimostrarlo anche le prime immagini diffuse su Facebook dall'organizzazione “Hvalavinir-Stop whaling in Iceland”, in cui si vedono le balene uccise recentemente con due colpi di arpione. Già questo dettaglio evidenzia una fine non istantanea ed estremamente cruenta, dolorosissima. Gli animali colpiti, del resto, soffocano nel proprio stesso sangue, che fuoriesce copioso dalle ferite lancinanti provocate dalle granate, in grado di strappare grandi pezzi di carne. Se si considera che i mammiferi marini sono animali sociali estremamente intelligenti, che provano terrore e sofferenza anche per le sorti dei propri simili, a questo orrore insopportabile si aggiunge un ulteriore livello di disumanità.

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"Queste nuove misure sono inutili e irrilevanti", ha dichiarato al Guardian Luke McMillan di Whale and Dolphin Conservation, commentando il nuovo corso della caccia islandese. "La formazione, l’istruzione, le migliori attrezzature o metodi di uccisione – le misure che hanno messo in atto – non renderanno mai accettabile la caccia alle balene. Non esiste un modo umano per uccidere le balene in mare e continueranno a soffrire. Questa decisione è estremamente deludente e rappresenta un enorme passo indietro", ha chiosato l'attivista. "Semplicemente non c’è modo di rendere l’arpione per uccidere le balene in mare qualcosa di diverso da crudele e sanguinario, e nessuna modifica cambierà la situazione", gli ha fatto eco il direttore della sezione europea della Humane Society International, Ruud Tombrock.

Non va inoltre dimenticato che le balenottere comuni uccise dai balenieri islandesi sono una specie minacciata di estinzione, classificata come “Vulnerabile” nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). L'Islanda è l'unico Paese al mondo insieme a Giappone e Norvegia a praticare la caccia commerciale alle balene; in precedenza il governo islandese aveva lasciato intendere che l'attività sarebbe stata chiusa definitivamente entro il 2024 e lo stop di questa estate sembrava il preludio a questo passo virtuoso. Tutti credevano che il ministero non avrebbe più lasciato partire le navi balenieri ed esteso a tempo indeterminato la sospensione. Ma così non è stato. Oggi vi è solo una compagnia baleniera operativa in Islanda (Hvalur): nei giorni scorsi le navi Hvalur 8 e Hvalur 9 hanno lasciato il porto nonostante il maltempo e sono rientrate con le carcasse dei tre cetacei, aprendo di nuovo le porte a un orrore inconcepibile.

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