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L’Esa approva la missione Lisa, il più grande esperimento mai creato sulle onde gravitazionali

Negli scorsi giorni l’Esa ha dato il via libera a due missioni: la missione Lisa per la ricerca delle onde gravitazionali e la missone EnVision per lo studio del pianeta Venere. Tutte e due saranno realizzate dopo il 2030.
A cura di Valerio Berra
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Tre satelliti disposti per formare un triangolo. Tutti a milioni di chilometri di distanza. Se tutto va bene è così che in un anno ancora da definire tra il 2030 e il 2040 racconteremo la missione Lisa (Laser Interferometer Space Antenna). Nei giorni scorsi è arrivato l’ok definitivo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Secondo il comunicato diffuso dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), i tre satelliti di Lisa diventeranno “il primo osservatorio spaziale per le onde gravitazionali che rileverà increspature dello spaziotempo con frequenze basse”.

Le onde gravitazionali sono uno dei campi più inesplorati per la fisica. Sono difficile da rilevare, soprattutto quelle a bassa frequenza. Lo scorso giugno diversi scienziati avevano cominciato ad osservarle partendo dalle pulsar, i nuclei morti delle stelle esplose in una Supernova. Insieme alla missione Lisa è stata approvata anche la missione EnVision che invece verrà lanciata nel 2031 e serverà per studiare il pianeta Venere.

Come funziona la missione Lisa

I tre satelliti della missione Lisa cominceranno ad orbitare attorno al Sole in una formazione triangolare. La distanza tra un vertice e l’altro sarà di 2,5 milioni di chilometri. Uno schema che rappresenta un’evoluzione estremamente più grande di Virgo, l’interferometro per rilevare le onde gravitazionali che si trova a Cascina, in provincia di Pisa. I bracci di Virgo sono lunghi solo 3,5 kilometri.

Le oscillazioni che dovrà registrare Lisa sono minuscole. Parliamo di unità di misura “più piccole del diametro di un atomo”. Per farlo c’è bisogno di una serie di strumentazioni perfettamente tarate. Una di queste verrà costruita dall’Italia, come spiega Barbara Negri, responsabile dell’Unità Volo Umano e Strumentazione Scientifica di ASI.

“Il contributo italiano a LISA è fondamentale in quanto sarà realizzato nel nostro Paese il cuore di ognuno dei tre satelliti, cioè i due Gravitation Reference System (GRS) contenenti le masse in caduta libera la cui posizione risente degli effetti dell’onda gravitazionale e viene misurata dai laser”.

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