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La palla di fuoco esplosa nel cielo del Canada non era il “solito” meteorite

Lo ha scoperto un team di ricerca internazionale analizzando i video e le immagini della scia luminosa che ha squarciato il cielo della provincia canadese dell’Alberta: “Aveva una composizione inaspettata”.
A cura di Valeria Aiello
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La palla di fuoco catturata dalla telecamera del Global Fireball Observatory al Miquelon Lake Provincial Park, Alberta / Università dell'Alberta
La palla di fuoco catturata dalla telecamera del Global Fireball Observatory al Miquelon Lake Provincial Park, Alberta / Università dell'Alberta

La luminosissima palla di fuoco che ha squarciato il cielo della provincia canadese dell’Alberta lo scorso anno non era il “solito” meteorite. Gli scienziati che hanno studiato la sua traiettoria hanno dimostrato che l’oggetto ha avuto origine ai margini del Sistema solare, in una misteriosa regione dello spazio nota come Nube di Oort, che si ritiene sia il luogo da cui provengano le comete ghiacciate che attraversano il Sistema solare interno. L’espulsione di materiale dalla Nube di Oort non è un fenomeno insolito, ma il modo in cui l’oggetto è bruciato nel cielo ha rivelato qualcosa di insolito e che, finora, non era mai stato osservato negli oggetti che si originano in quella regione dello spazio.

Analizzando i video e le immagini dell’esplosione, un team di ricerca internazionale, guidato dai scienziati della Western University del Canada, ha infatti scoperto che anziché essere fatto di ghiaccio – ammoniaca, metano o acqua congelata – come tutto ciò che proviene dalla Nube di Oort, l’oggetto esploso aveva una composizione “inaspettata”. L’oggetto era probabilmente fatto di roccia, il che sfida le teorie di lunga data sulla formazione di questa nube sferica, che sarebbe un residuo della nebulosa originale da cui si è formato il Sistema solare.

La palla di fuoco catturata dalla telecamera del Global Fireball Observatory al Miquelon Lake Provincial Park, Alberta / Università dell'Alberta
La palla di fuoco catturata dalla telecamera del Global Fireball Observatory al Miquelon Lake Provincial Park, Alberta / Università dell'Alberta

I risultati dell’analisi, dettagliati in un nuovo studio pubblicato su Nature Astronomy, suggeriscono “un modello completamente diverso della formazione del Sistema Solare, che sostiene l’idea che quantità significative di materiale roccioso coesistano con oggetti ghiacciati all’interno della nube di Oort – ha affermato l’autore corrispondente dello studio, il ricercatore Denis Vida della Western University – . Questo risultato non è spiegato dai tradizionali modelli di formazione del Sistema Solare, il che cambia completamente le regole del gioco”.

In precedenza, tutte le palle di fuoco rocciose bruciate nell’atmosfera terrestre sono arrivate da regioni dello spazio molto più vicine alla Terra. “In 70 anni di regolari osservazioni, questa è una delle più singolari mai registrate – ha aggiunto Hadrien Devillepoix, ricercatore associato presso la Curtin University, Australia, e co-autore dello studio – . Durante il suo volo, la palla di fuoco dell’Alberta è scesa molto più in profondità nell’atmosfera rispetto agli oggetti ghiacciati che percorrono orbite simili e si è frantumata esattamente come una palla di fuoco che fa cadere meteoriti pietrosi: la prova necessaria che era, in effetti, fatta di roccia”. Al contrario, le comete ghiacciate provenienti dalla Nube di Oort sono oggetti soffici, simili a palle di neve mescolate a polvere, che si vaporizzano lentamente man mano che si avvicinano al Sole. La polvere e i gas al loro interno formano la caratteristica coda che può estendersi per milioni di chilometri.

La sfida degli studiosi ora sarà quella di capire come abbia fatto questo meteorite roccioso a trovarsi ai margini del Sistema solare, il che potrebbe rispondere all’enigma della nostra origine. “Quanto meglio comprenderemo le condizioni in cui si è formato il Sistema Solare, tanto meglio comprenderemo ciò che era necessario per innescare la vita – ha concluso il dottor Vida – . Vogliamo dipingere un quadro, il più accurato possibile, di questi primi momenti del Sistema Solare che sono stati così critici per tutto ciò che è accaduto dopo”.

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