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Insolito segnale radio proveniente da una stella vicina lascia perplessi gli scienziati

Emesso dalla magnetar XTE J1810-197, la “stella magnetica” più vicina alla Terra, il segnale radio è stato rilevato dai ricercatori che utilizzano il Murriyang, il radiotelescopio da 64 metri: “Mai visto nulla di simile”.
A cura di Valeria Aiello
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Rappresentazione artistica di una magnetar, una stella di neutroni con un enorme campo magnetico / Credit: Carl Knox, OzGrav/Swinburne University of Technology
Rappresentazione artistica di una magnetar, una stella di neutroni con un enorme campo magnetico / Credit: Carl Knox, OzGrav/Swinburne University of Technology

Un insolito segnale radio, proveniente dalla magnetar XTE J1810-197, la “stella magnetica” più vicina alla Terra, sta facendo discutere gli scienziati perché le onde trasmesse da questo corpo celeste estremo sono come “mai viste prima d’ora. I primi a restare sorpresi sono stati i ricercatori che utilizzano il Murriyang, il radiotelescopio da 64 metri dell’Osservatorio di Parkers, in Australia, gestito dalla Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO), che hanno rilevato l’emissione radio, dettagliata in un articolo appena pubblicato su Nature Astronomy.

Cos'è la magnetar XTE J1810-197 e perché il suo segnale è diverso

XTE J1810-197, spiegano gli studiosi, è una magnetar (dai termini inglesi magnetic e star, letteralmente “stella magnetica”), un tipo di stella di neutroni che possiede un enorme campo magnetico, miliardi di volte maggiore di quello terrestre. Distante circa 8.000 anni luce dalla Terra, questa magnetar è rimasta dormiente per circa 10 anni, ma recentemente è tornata ad emettere impulsi radio. Tuttavia, rispetto ai segnali delle altre magnetar, XTE J1810-197 emette impulsi radio luminosi del tutto inaspettati, perché altamente polarizzati circolarmente, una sorta di luce a spirale che si propaga nello spazio.

Ad oggi si conoscono solo sei magnetar in grado di emettere impulsi radio, di cui la maggior parte emette luce polarizzata. Per nessuna, ad eccezione XTE J1810-197, è però mai stata documentata una polarizzazione circolare, suggerendo la possibilità che “le interazioni sulla superficie della stella siano più complesse rispetto alle precedenti spiegazioni teoriche” dice la dottoressa Manisha Caleb dell'Università di Sydney e coautrice dello studio, che apre la strada ad approfondimenti sulla fisica dei campi magnetici intensi e sugli ambienti che circondano questi oggetti così estremi.

Anche se non è chiaro il motivo per cui questa magnetar si comporti in modo così diverso, il team ipotizza che sopra il suo polo magnetico “ci sia del plasma surriscaldato, che agisce come un filtro polarizzatore – afferma il dottor Marcus Lower, ricercatore post-dottorato della CSIRSO che ha coordinato l’analisi – . Il modo esatto il plasma può esercitare questa azione deve però ancora essere determinato”.

XTE J1810-197 è stata osservata per la prima volta mentre emetteva segnali radio nel 2003 ma nel 2008 ha misteriosamente smesso di farlo, rimanendo per dieci anni in silenzio. A partire dal dicembre 2018, i suoi segnali sono stati nuovamente rilevati dal telescopio Lovell da 76 metri dell’Università di Manchester, presso l’Osservatorio di Jodrell BankPoi, e quindi seguiti dal Murriyang, che da allora è stato fondamentale per osservare le emissioni radio della magnetar. Progettato dagli ingegneri della CSIRO, il Murriyang ha infatti consentito misurazioni più precise, perché altamente sensibile ai cambiamenti di luminosità e polarizzazione su un’ampia gamma di frequenze radio.

L’insolito comportamento di XTE J1810-197 potrebbe cambiare la nostra comprensione delle magnetar, fornendo informazioni “su una serie di fenomeni estremi, come la dinamica del plasma, le esplosioni di raggi X e gamma, e i lampi radio veloci” hanno concluso gli scienziati.

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