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Cambiamenti climatici

Gli esperti non hanno dubbi: senza cambiamento climatico non ci sarebbero ondate di calore in Europa

Se non smetteremo di bruciare combustibili fossili, questi eventi diventeranno ancora più frequenti e di lunga durata.
A cura di Valeria Aiello
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Le ondate di caldo record che stanno interessando l’Europa meridionale, ma anche Stati Uniti, Messico e Cina in questi primi mesi d’estate sarebbero state “praticamente impossibili” senza l’influenza del cambiamento climatico. È quanto emerge da una ricerca pubblicata oggi dal World Weather Attribution, la partnership accademica internazionale che studia le cause degli eventi estremi, che si è concentrata sulle ondate di caldo registrate in diverse aree dell’emisfero settentrionale in queste ultime settimane.

Caldo record e cambiamento climatico

Negli Stati Uniti, le temperature hanno superato i 50 °C il 16 luglio, nella zona della Death Valley, ma anche in Cina, dove lo stesso giorno si è registrata la temperatura più alta di sempre, 52,2 °C. Diversi record sono stati battuti anche in Europa, come in Catalogna e altre parti della Spagna, dove la temperatura minima giornaliera è stata la più alta di sempre, mentre Italia, Grecia e Cipro hanno riportato un forte aumento dei ricoveri ospedalieri e dei decessi legati al calore.

Secondo lo studio, il cambiamento climatico ha fatto sì che l’ondata di caldo che si è abbattuta nell’Europa meridionale sia stata di 2,5 °C più rovente, alterando probabilità e intensità di questo genere di eventi estremi. “In linea con quanto ci si aspettava dalle passate proiezioni climatiche e dai rapporti dell’IPCC – spiegano gli esperti – oggi questi eventi non sono più rari. Europa, Cina e Nord America stanno sperimentando ondate di caldo sempre più frequenti negli ultimi anni a causa del riscaldamento causato dalle attività umane, quindi le attuali ondate di caldo non sono rare nel clima odierno”.

Temperature massime di luglio calcolate sulla durata degli eventi di calore (a sinistra) ed espresse in anomalie rispetto al periodo 1950-2023 (a destra) / Credit: World Weather Attribution
Temperature massime di luglio calcolate sulla durata degli eventi di calore (a sinistra) ed espresse in anomalie rispetto al periodo 1950-2023 (a destra) / Credit: World Weather Attribution

Attualmente, la probabilità di ondate di calore estreme è di circa una volta ogni 15 anni in Nord America (Messico/Stati Uniti), una volta ogni 10 anni nell’Europa meridionale e una volta ogni 5 anni per la Cina. Senza il cambiamento climatico, questo eventi sarebbero stati estremamente rari. “In Cina – prosegue il World Weather Attribution nel suo rapporto –un evento del genere si sarebbe verificato una volta ogni 250 anni, mentre il calore massimo, come quello di luglio 2023, sarebbe stato praticamente impossibile negli Stati Uniti, in Messico e nell’Europa meridionale se gli umani non avessero riscaldato il pianeta bruciando combustibili fossili”.

A meno che il mondo non smetta rapidamente di bruciare combustibili fossili, questi eventi diventeranno ancora più comuni e il mondo sperimenterà ondate di calore ancora più calde e di lunga durata, avvertono gli esperti. “Un’ondata di caldo come quelle recenti si verificherebbe ogni 2-5 anni in un mondo che è di 2 °C più caldo del periodo preindustriale” hanno concluso i ricercatori.

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