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Cos’è il disturbo bipolare di cui soffriva Francesco Cossiga: cause, sintomi e cure

Il disturbo bipolare è una malattia psichiatrica caratterizzata da episodi maniacali e di depressione che, nel caso dell’ex presidente Cossiga, si alternavano, con fasi di euforia e periodi di profonda tristezza. Ecco quali sono i sintomi, come riconoscere la condizione e cosa c’è da sapere su bipolarismo e disturbi dell’umore.
A cura di Valeria Aiello
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Francesco Cossiga soffriva di disturbo bipolare, una malattia psichiatrica caratterizzata intensi sbalzi d’umore e cambiamenti nei livelli di energia e nel comportamento.
Francesco Cossiga soffriva di disturbo bipolare, una malattia psichiatrica caratterizzata intensi sbalzi d’umore e cambiamenti nei livelli di energia e nel comportamento.

Francesco Cossiga soffriva di depressione, o meglio, era bipolare. A tornare sul disturbo di cui, negli ultimi anni, l’ex Presidente parlò più volte pubblicamente (“Sono un depresso allegro” ripeteva con ironia), è stata la figlia di Cossiga, Anna Maria, che in una recente intervista al Corriere, ha spiegato di aver ereditato la malattia del padre, anche se “in forma più leggera”.

Lui stesso parlava dell’omino bianco – gioioso, allegro – e dell’omino nero, che vedeva tutto negativo” ha raccontato Anna Maria Cossiga, ricordando alcuni dei sintomi che caratterizzano il disturbo bipolare. Ma cos’è davvero questa condizione? Come si riconosce e perché provoca intensi sbalzi d’umore e cambiamenti nei livelli di energia e nel comportamento di una persona? Ecco cosa c’è da sapere sul disturbo bipolare e su come questa malattia può rendere difficile lo svolgimento delle attività quotidiane.

Cos’è il disturbo bipolare di cui soffriva Francesco Cossiga

Il disturbo bipolare, precedente chiamato malattia maniaco-depressiva o depressione maniacale, è una sindrome psichiatrica caratterizzata da fasi di umore molto diverse tra loro.

Chi soffre di disturbo bipolare manifesta infatti episodi di euforia, irritabilità o iperattività (fase maniacale) ed episodi di profonda tristezza, disperazione o apatia (fase depressiva), che possono alternarsi o verificarsi insieme.

Nello specifico, la quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5-TR), lo strumento tassonomico e diagnostico pubblicato dall’American Psychiatric Association, nel capitolo specifico dei disturbi bipolari, classifica la patologia in diverse forme, tra cui:

  • il disturbo bipolare di tipo I, definito dalla presenza di almeno un episodio maniacale (ovvero, che interrompa la normale funzione sociale e professionale) e solitamente episodi depressivi.
  • il disturbo bipolare di tipo II, definito dalla presenza di episodi di depressione maggiore con almeno un episodio ipomaniacale, ma non veri e propri episodi maniacali
  • il disturbo ciclotimico (chiamato anche ciclotimia), definito da sintomi ipomaniacali e depressivi ricorrenti che non sono abbastanza intensi o non durano abbastanza a lungo da qualificarsi come episodi ipomaniacali o depressivi.

Quali sono i sintomi del disturbo bipolare

Le persone con disturbo bipolare sperimentano periodi di emozioni insolitamente intense, cambiamenti nei ritmi del sonno e nei livelli di attività, e si impegnano in comportamenti che esulano dal proprio carattere, spesso senza riconoscere i loro probabili effetti dannosi o indesiderati. Questi periodi distinti sono chiamati episodi di umore, i cui sintomi possono manifestarsi anche tutti i giorni, persistere per gran parte della giornata, oppure più a lungo, come diversi giorni o settimane.

I sintomi di un episodio maniacale possono includere:

  • euforia, estrema irritabilità, nervosismo
  • iperattività
  • parlare di molte cose diverse (fuga delle idee)
  • sentirsi in grado di fare più cose contemporaneamente, senza stancarsi
  • fare cose rischiose che denotano scarsa capacità di giudizio, come mangiare e bere troppo, spendere o regalare molti soldi o fare sesso sconsiderato
  • sentirsi insolitamente importanti, talentuosi o potenti

I sintomi di un episodio depressivo possono includere:

  • profonda tristezza o ansia
  • sentirsi soli o isolarsi dagli altri
  • difficoltà ad addormentarsi o dormire troppo
  • parlare molto lentamente, sentirsi incapaci di trovare qualcosa da dire o dimenticare molte cose
  • avere difficoltà a concentrarsi o prendere decisioni
  • sentirsi incapaci di fare cose anche semplici
  • mancanza di interesse per quasi tutte le attività, sentirsi senza speranza o inutili
  • pensare alla morte o al suicidio.

In alcuni casi, i sintomi maniacali e depressivi possono manifestarsi in uno stesso episodio (episodio con caratteristiche miste), per cui è possibile, ad esempio, sentirsi molto tristi o senza speranza e allo stesso tempo estremamente energici. Talvolta, le persone con disturbo bipolare possono presentare sintomi più lievi, che non rispondono ai criteri specifici previsti per il disturbo bipolare I o II (disturbo ipomanicale). Solo una minoranza alterna episodi di mania e depressione in ciascun ciclo. Nella maggior parte dei casi, uno dei due episodi è parzialmente predominante.

Le cause del disturbo bipolare

La causa esatta del disturbo bipolare non è nota, ma la maggior parte dei ricercatori concorda sul fatto che ci siano diversi fattori che possono contribuire all’instaurarsi del disturbo, a partire dall’ereditarietà. Alcuni studi dimostrano infatti che a giocare un ruolo nel disturbo sono la genetica, la struttura e la funzione del cervello, suggerendo inoltre che determinate varianti geniche sono associate a maggiori probabilità di sviluppare la condizione.

Altri studi rilevano inoltre che il disturbo bipolare è correlato a una regolazione anomala di alcune sostanze prodotte dall’organismo, come i neurotrasmettitori norepinefrina o serotonina che le cellule nervose utilizzano per comunicare. È stato inoltre osservato che il disturbo bipolare può talvolta insorgere dopo un evento stressante anche se, tuttavia, ad oggi non è stata dimostrata alcuna relazione di causalità.

Come riconoscere il disturbo: diagnosi e cure

Il disturbo bipolare comincia con una fase acuta dei sintomi di depressione o di mania, seguita da una ripetizione di remissioni e recidive. Le remissioni sono spesso complete, ma molti pazienti hanno sintomi residui che, in alcuni casi, compromettono la capacità di svolgere le attività quotidiane. La diagnosi di disturbo bipolare si basa sull’identificazione dei sintomi definiti dal già citato Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders 5th, più un’anamnesi positiva per remissione e recidiva. È inoltre possibile utilizzare un breve questionario per valutare il rischio di disturbo bipolare.

Il trattamento del disturbo bipolare si basa su terapia farmacologica, psicoterapia e supporto. Le terapie farmacologiche, in particolare, possono includere stabilizzatori dell’umore, come ad esempio il litio e alcuni anticonvulsivanti (valproato, carbamazepina o lamotrigina) da soli o in associazione con un antipsicotico di seconda generazione (ad esempio aripiprazolo, lurasidone, olanzapina, quetiapina, risperidone, ziprasidone, cariprazina).

Talvolta, per il trattamento degli episodi di depressione grave, si può ricorrere a farmaci antidepressivi, anche solo per brevi periodi di tempo, generalmente in associazione a un farmaco stabilizzatore dell’umore o ad un antipsicotico. Altri trattamenti possono comprendere la terapia elettroconvulsivante. la fototerapia e la stimolazione magnetica transcranica.

La psicoterapia (terapia di gruppo o individuale) è spesso consigliata a chi assume farmaci stabilizzatori dell’umore, soprattutto per migliorare l’aderenza alla terapia. La terapia di gruppo spesso aiuta a comprendere il disturbo bipolare e i suoi effetti, mentre la terapia individuale può aiutare il soggetto a comprendere come convivere al meglio con i problemi della vita di tutti i giorni.

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