“Torna la Lira, ora è una moneta digitale”: cosa si nasconde dietro l’annuncio comparso sui social

L’annuncio è comparso su Facebook. Nell’immagine c’è Giorgia Meloni, di profilo. Dietro una bandiera italiana e poi in primo piano una sorta di moneta. Fondo verde, profilo dell’Italia (con tanto di Corsica) e poi il nome: Lira. Tutto in quello stile da fumetto che grazie all’intelligenza artificiale stiamo vedendo sempre più spesso sui social. Nel titolo si legge: Banca d’Italia crea la valuta digitale Lira, ora disponibile in Italia.
Un click e si entra in quello che tecnicamente dovrebbe essere un articolo del quotidiano La Repubblica. Qui il titolo si estende: “Lira Italiana Digitale, La nuova moneta digitale creata dalla Banca Centrale Italiana supera tutte le altre valute e diventa la criptovaluta più potente”. Prima di proseguire lo diciamo subito: è una truffa. E lo schema è il solito: si usa un finto articolo di giornale per sponsorizzare un investimento digitale. Su Fanpage abbiamo raccontato anche le storie delle persone vittime di queste truffe.
Come funziona la truffa della Lira digitale
In breve. La Lira Italiana Digitale viene presentata come una moneta digitale promossa da diverse istituzioni. Si parte dalla Banca d’Italia e si arriva anche a istituti privati come UniCredit e Intesa Sanpaolo. Non solo nel finto articolo si dice che a supportare questo progetto ci sono anche miliardari italiani: “Giancarlo Devasini, Giovanni Ferrero e molti altri che tutti insieme danno un enorme sostegno”.
In questa fase della truffa l’obiettivo è convincere il lettore che l’investimento è sicuro. Per questo si citano istituti o nomi noti, soprattutto nel campo della finanza. Per conferire un tono istituzionale al progetto c’è anche una raccolta di finte interviste. Abbiamo Giorgia Meloni che dice: “È davvero impossibile resistere a questa opportunità di investimento. È la prima valuta digitale creata da un paese dell’Unione Europea”. Mario Draghi invece scrive: “Questa è la nostra occasione per investire in anticipo e non perdere un’altra opportunità simile a Bitcoin”.

La vecchia truffa dei 250 euro
Una volta chiusa l’operazione per promuovere la valuta, si parte con la truffa vera e propria. Ricordiamolo, non esiste nessuna lira digitale promossa dal governo. Come in tanti altri casi qui si propone agli utenti di fare un investimento iniziale di 250 euro. Sconsigliamo ovviamente di mettere anche solo un euro. A meno che non vogliate perdere soldi e ritrovarvi sommersi di telefonate fatte da finti broker.