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Il 16 giugno cambiano le regole su Instagram e Facebook: cosa vuole fare Meta con i nostri dati

Meta in realtà ha appena aggiornato la sua informativa per allenare la sua intelligenza artificiale, Meta IA, con i dati degli utenti. Quindi post, foto, video pubblicati sui suoi social. Ora ha annunciato un nuovo aggiornamento per la sua informativa sulla privacy previsto per il prossimo 16 giugno.
A cura di Elisabetta Rosso
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Meta aggiornerà la sua politica sulla privacy per gli utenti in Europa. "Vogliamo chiarire alcuni dettagli, ad esempio come usiamo le informazioni ricevute da terzi. Questi aggiornamenti entreranno in vigore il 16 giugno 2025. " Lo scopo principale di questa informativa è spiegare come vengono raccolte, usate, condivise e protette le informazioni personali degli utenti sui prodotti Meta (Facebook, Instagram, Messenger). A sollevare qualche interrogativo però è il tempismo. Meta infatti ha appena aggiornato la sua informativa per allenare la sua intelligenza artificiale, Meta IA, con i dati degli utenti. Quindi post, foto, video pubblicati sui suoi social.

Fino al 26 maggio 2025, era possibile opporsi all'utilizzo dei tuoi contenuti pubblicati su Facebook, Instagram o Threads. La cattiva notizia è che se non hai inviato il modulo Meta AI potrà utilizzare tutti i contenuti che hai pubblicato finora. Quella buona è che comunque puoi impedire che lo faccia in futuro. Il modulo è infatti ancora disponibile, ma ha effetto solo sui contenuti pubblicati dopo il suo invio. 

Nelle ultime settimane quindi i riflettori sono stati puntati su Meta e in particolare su come l'azienda utilizza i dati degli utenti. Ora l'azienda ha deciso di aggiornare la sua informativa sulla privacy, "in questo modo forniamo agli utenti diritti aggiuntivi su come utilizziamo i loro dati per migliorare i prodotti", ha spiegato Meta.

Pur dichiarando di voler essere trasparente e conforme al GDPR, il documento solleva diversi dubbi sulla reale possibilità di controllo da parte dell’utente, sui dati condivisi, sulla legittimità del trattamento basato su “interesse legittimo” e sulla sicurezza dei dati “anonimizzati”. Il rischio è che, dietro la promessa di prodotti più “intelligenti” e rilevanti, si nasconda un controllo sempre più pervasivo. 

Cosa c'è scritto nell'informativa di Meta

Come spiega Meta sul suo sito ufficiale: "L'informativa sulla privacy illustra come raccogliamo, usiamo, condividiamo, conserviamo e trasferiamo le informazioni. Inoltre, descrive i tuoi diritti. Ciascuna sezione della presente Informativa comprende esempi utili con un linguaggio comprensibile per rendere le nostre pratiche più semplici da capire. Abbiamo anche aggiunto link a risorse in cui puoi scoprire di più su argomenti relativi alla privacy di tuo interesse".

Ha poi aggiunto: "Usiamo le informazioni a nostra disposizione per fornire e migliorare i nostri prodotti. Ciò comprende la personalizzazione di funzioni, contenuti e consigli, come il feed di Facebook, il feed di Instagram, le storie e le inserzioni (se ti mostriamo inserzioni sui Prodotti di Meta). Usiamo le informazioni sottoposte a protezioni speciali che scegli di fornire per queste finalità, ma non per mostrarti inserzioni".

Meta sostiene che il trattamento dei dati avvenga nel rispetto delle normative e che alcune informazioni siano rese anonime o aggregate. Tuttavia, non è sempre chiaro fino a che punto i dati vengano effettivamente “spersonalizzati”, né quali terze parti possano accedere a queste informazioni o in che modo vengano impiegate per finalità commerciali. L’uso dei dati per l’addestramento dell’IA, combinato con il progressivo rafforzamento degli strumenti di personalizzazione, sembra spingere verso un modello in cui l’esperienza degli utenti diventa sempre più su misura ma anche più tracciabile.

Perché Meta vuole i nostri dati

Nell'era dell'intelligenza artificiale i dati sono il nuovo oro. I modelli hanno bisogno di contenuti freschi e soprattutto umani. E i social potenzialmente sono una risorsa infinita. Soprattutto ora che, secondo gli esperti, i dati umani stanno finendo.

I dati sono necessari non solo per addestrare l'IA ma anche per raffinare i modelli, correggere errori e bias e soprattutto adattarsi al contesto. Un'intelligenza artificiale in Italia deve apprendere cultura, lingua, abitudini diverse rispetto a una in Giappone. I dati locali aiutano a personalizzare il comportamento dell’IA.

"Abbiamo bisogno che l'IA generativa sia addestrata su una varietà di dati, in modo che possano comprendere le incredibili e diverse sfumature e complessità che caratterizzano le comunità europee", ha spiegato Meta. La personalizzazione è utile per noi, ma anche per chi vuole monetizzare l'attenzione. E diventa un problema quando avviene a scapito della privacy degli utenti.

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