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In Italia si andrà in pensione più tardi che nel resto d’Europa

Quando andranno a regime le nuove riforme sulle pensioni varate dal Governo, l’Italia diventerà il Paese europeo dove si andrà in pensione più tardi, lo confermano da Bruxelles nel Libro bianco sulle pensioni stilato dalla Commissione Europea.
A cura di Antonio Palma
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Quando andranno a regime le nuove riforme sulle pensioni varate dal Governo, l'Italia diventerà il Paese europeo dove si andrà in pensione più tardi, lo confermano da Bruxelles nel Libro bianco sulle pensioni stilato dalla Commissione Europea

L'effetto delle nuove misure in materia di età pensionabile introdotte nelle recenti manovre del Governo si faranno sentire presto. Nel 2020 quando le nuove regole entreranno a regime, l'Italia avrà il record dell'età pensionabile più alta tra tutti i Paesi dell'Unione Europea, lo confermano proprio da Bruxelles nel Libro bianco sulle pensioni diffuso oggi.

Per la prima volta da anni niente più richiami per il nostro Paese affinché si adegui alle medie europee in materia di pensionamenti, ma una chiara conferma del risultato raggiunto dall'Italia che balza così in testa a tutti gli altri Paesi nella classifica dell'età utile per il pensionamento. Un'età che sarà uguale per uomini e donne a 66 anni e 11 mesi, al di sopra anche di quella della Germania e della Danimarca rispettivamente 65 anni e 9 mesi e 66 anni. La conferma arriva dal rapporto stilato dalla Commissione Europea e in particolare dal commissario per l'Occupazione e gli affari sociali, László Andor, che inoltre ricorda come questo primato sia destinato a durare in quanto le nuove riforme italiane adeguano l'età pensionabile alla speranza di vita.

In Italia dunque si andrà i pensione sempre più tardi, secondo le previsioni della stessa Commissione si arriverà ad un'età di 68 anni e 11 mesi nel 2040, 69 anni e 9 mesi nel 2050 e a 70 anni e 3 mesi nel 2060 secondo l'andamento della speranza di vita attuale. Un balzo enorme che lascerà indietro le maggiori potenze europee se queste nel frattempo non avranno provveduto anch'esse a varare riforme in campo pensionistico. Misure necessarie comunque sottolineano da Bruxelles visto che la speranza di vita nel continente è destinata ad aumentare considerevolmente nei prossimi decenni. Un risultato che spiegano dall'Ue influisce positivamente anche sulle casse pubbliche, che attualmente in Italia sono gravate da un costo per le pensioni che rappresenta circa il 15% del Prodotto Interno Lordo, visto che il nostro Paese è tra i più vecchi del continente.

Un altro aspetto è l'adeguatezza economica delle pensioni che con le stesse riforme e l'introduzione del sistema contributivo sicuramente subiranno un decurtamento sostanziale, anche se leggermente mitigato proprio dalla vita lavorativa più lunga. Dall'Europa ricordano che è importante garantire l'indipendenza economica dei pensionati e incoraggiano ad un maggior uso dei fondi pensione integrativi, anche se da questo punto di vista si avverte che c'è bisogno di più sicurezza in questi strumenti finanziari, un miglior rapporto costi benefici e più compatibilità con un mercato del lavoro flessibile.

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