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Il piccolo Tony è fin di vita, il commovente ultimo abbraccio col supereroe che amava

“Sembrava senza vita ma per un attimo, solo un breve momento, i suoi occhi si sono aperti e mi ha guardato dritto negli occhi. L’ ho tenuto stretto, poi l’ho visto morire”, così il cosplayer vestito da supereroe ha ricordato gli ultimi momenti del piccolo Tony, un bimbo di 11 anni malato di cancro al cervello.
A cura di A. P.
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Da tanto tempo desiderava una grande e ultima festa con gli amici alla presenza dei suoi supereroi preferiti prima che la malattia lo portasse via, ma il terribile male che lo aveva colpito non gli ha dato tregua, riducendolo improvvisamente in un letto, immobile e in fin di vita. Quella festa non ci sarebbe mai più stata ma per l'ultimo saluto al piccolo Tony, un bambino di 11 anni malato terminale di cancro al cervello, è accorso comunque il suo supereroe preferito per una ultima dolce carezza. Solo così Tony , che fino a poco prima sembrava senza vita,  ha aperto gli occhi e lo ha guardato, poi è andato via per sempre. A raccontare lo straziante momento è stato il supereroe buono, un Cosplayer vestito da Deadpool, che grazie a un'associazione di beneficenza organizza eventi per bimbi malati.

"La sua famiglia stava organizzando un evento per lui sabato, quando improvvisamente le cose hanno preso una brutta piega. Cosi brutta che non si aspettavano arrivasse fino a sabato. Per questo mi hanno chiesto di andare subito" ha raccontato l'uomo, ricordando: "Sono entrato nella sua stanza e sono andato vicino al suo letto per  cercare di parlargli. È stato allora che l'infermiera mi ha detto che non si muoveva più. Era attaccato a un respiratore e veniva alimentato da un tubo. Sembrava senza vita, e ho dovuto fissare il suo petto per vedere se respirava. Poi per un attimo… solo un breve momento… i suoi occhi si sono appena aperti e mi ha guardato dritto negli occhi. L' ho tenuto stretto, ho messo la testa vicino ala sua e gli ho detto quanto fosse forte e quanto fosse coraggioso. Poi ha chiuso gli occhi"

"Quando sono tornato a casa, sono crollato sul divano. Fisicamente esausto ma anche mentalmente ed emotivamente prosciugato. Volevo piangere. Non potevo. Ho provato a dormirci su. Non potevo. Ho smesso di lavorare e non riuscivo a smettere di pensare a Tony. L'ho visto morire così davanti a me" ha ricordato  l'uomo, concludendo: "Ho pensato soprattutto su quanto cazzo sia ingiusto che la vita di un bambino essere così breve. Fanculo il cancro. Sul serio, fanculo il cancro".

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