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Il patrigno la stupra e uccide suo figlio, lei rischia la fustigazione

Nelle isole Maldive la storia di una ragazzina, ancora minorenne, che rischia una condanna per fustigazione in quanto accusata di aver fornicato con un altro uomo. Ma lei stessa è stata ripetutamente vittima di violenza sessuale da parte del patrigno.
A cura di Susanna Picone
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Nelle isole Maldive la storia di una ragazzina, ancora minorenne, che rischia una condanna per fustigazione in quanto accusata di aver fornicato con un altro uomo. Ma lei stessa è stata ripetutamente vittima di violenza sessuale da parte del patrigno.

Lei ha 15 anni, è stata ripetutamente violentata dal suo patrigno e le hanno ucciso anche il bambino che aveva in grembo. Nonostante questo rischia una condanna quando raggiungerà la maggiore età. La storia che risale a qualche mese fa è stata riportata, tra gli altri, da Amnesty International che ha ricostruito e commentato la vicenda. Da quanto si apprende la polizia, nel corso delle indagini, avrebbe scoperto che la giovane donna aveva avuto un rapporto sessuale consenziente con un uomo, un atteggiamento che lì equivale alla fornicazione ed è ritenuto un reato. Un reato che può portare a una condanna: la giovane, al compimento del 18esimo anno d’età, potrebbe essere fustigata in pubblico per ciò che ha fatto. Nel frattempo è condannata a restare agli arresti domiciliari fino a quel giorno. Questo perché nelle isole Maldive viene applicata la sharia che vieta alle donne relazioni amorose al di fuori del matrimonio. Contemporaneamente – ma l’indagine è stata divisa in due parti – la polizia ha ricostruito le responsabilità del patrigno della giovane che, appunto, è accusato di averla stuprata e di aver ucciso il figlio che lei ha avuto da lui.

“Le accuse nei confronti della 15enne sono oltraggiose” – L’uomo avrebbe abusato per anni della figliastra, oltre alle violenze e all’omicidio, è accusato anche di possesso di materiale pornografico. Anche la moglie è indagata con l’accusa di favoreggiamento, dovrà rispondere di occultamento del cadavere del piccolo. Secondo quanto riporta Amnesty International le autorità maldiviane non hanno confermato i dettagli della vicenda e non hanno chiarito se l’imputazione di fornicazione abbia a che fare con lo stupro del patrigno, allo stesso tempo il dipartimento dell’Amministrazione giudiziaria delle Maldive ha dichiarato che non c’è un fascicolo sulla giovane ma ha ammesso di sapere delle accuse nei suoi confronti. Il commento di Abbaz Faiz, ricercatore di Amnesty International alle Maldive, fa riferimento, riguardo questa tragica storia, a un “oltraggio assoluto”. Perché, dal suo punto di vista, le sopravvissute allo stupro dovrebbero ricevere assistenza e sostegno anziché essere incriminate. La richiesta è, dunque, “che la ragazza sia prosciolta da ogni accusa, protetta e assistiti in ogni sua necessità”.

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