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Fidanzati travolti in moto a Condove: l’investitore condannato a 15 anni e 8 mesi

Nel luglio del 2017 Maurizio De Giulio, elettricista della provincia di Torino, travolse in Val di Susa una coppia di fidanzati in moto in seguito a una lite di viabilità. La ragazza, la ventisettenne Elisa Ferrero, morì sul colpo. Il fidanzato Matteo Penna di ventinove anni restò gravemente ferito.
A cura di Susanna Picone
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Quindici anni e otto mesi di reclusione. Questa la sentenza di condanna per Maurizio De Giulio, l’elettricista di Nichelino (Torino) che il 9 luglio del 2017 a Condove, Val di Susa, travolse con il suo furgone una coppia di fidanzati in sella a una moto. La ragazza, la ventisettenne Elisa Ferrero, morì sul colpo travolta dal furgone di De Giulio. Il fidanzato Matteo Penna, ventinove anni, rimase gravemente ferito, costretto in ospedale in coma per settimane. Maurizio De Giulio è stato condannato oggi dal gup di Milano con il rito abbreviato a quindici anni e otto mesi per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e lesioni aggravate. Secondo l’accusa, avrebbe travolto volontariamente i due giovani motociclisti dopo una lite stradale a Condove. Il pm Piero Basilone aveva chiesto quindici anni e tre mesi di carcere. Il giudice Anna Calabi, pur avendo condannato l'elettricista a 5 mesi in più rispetto alla richiesta del pm, ha derubricato il reato di tentato omicidio in lesioni aggravate in relazione alle gravi ferite riportate da Matteo Penna. Il giudice ha anche stabilito un risarcimento provvisionale da 300.000 euro per il giovane rimasto ferito. Mentre per Elisa Ferrero, come richiesto dai suoi legali, si procederà in sede civile con la richiesta di risarcimento.

Le reazioni dopo la condanna – “Per noi va bene – hanno detto gli avvocati Fabio Ghiberti ed Elena Negri – perché ha tenuto conto dell'impianto accusatorio”. “Era fondamentale che non venisse considerato omicidio colposo e che venisse riconosciuto il dolo”, ha aggiunto Negri, legale della famiglia di Elisa Ferrero. “È stato riconosciuto che l'uomo si è messo volontariamente all'inseguimento dei giovani – così ancora l’avvocato – Chi, su quella strada, viaggia ai 130 km/h non può non accorgersi delle conseguenze. Se a un certo punto ha frenato, è stato per non farsi del male, per evitare di schiantarsi nella rotonda. Se avesse voluto evitare i ragazzi, avrebbe sterzato. Oggi è stato condannato. La pena più grande, però, è quella della famiglia Ferrero, che ha perso la propria figlia”. L’imputato, presente alla lettura del dispositivo, è uscito dall'aula quasi in lacrime. I suoi legali, dopo le motivazioni che verranno depositate in 90 giorni, sicuramente impugneranno la sentenza: per loro si è trattato di omicidio stradale.

La scena del furgone che travolge la moto in un video – Nel corso del processo l’investitore aveva chiesto scusa e parlato di “un incidente”. “È stato un incidente – aveva ribadito De Giulio davanti al gup – la moto ha rallentato e l’ho investita, ma non volevo uccidere nessuno”. Ma secondo l’accusa De Giulio inseguì la moto dei due ragazzi ad alta velocità, la colpì e la trascinò per metri senza frenare. La scena del furgone che travolge la moto è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza di un’azienda che si affaccia sulla statale 24.

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