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Cameriera italiana del ristorante assaltato: “Chiusa in cucina mentre sparavano”

“Oggi avevo il terrore di uscire da casa”. Nell’aria di terrore e di silenzio che circonda la capitale francese in seguito agli attacchi del 13 novembre, continuano ad emergere nuove testimonianze da parte dei sopravvissuti. Nonostante sia difficile stare sereni al momento, le persone provano a superare il terrore per continuare la loro vita quotidiana.
A cura di Maurizio Zoppi
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Rose di commemorazione al Cafe Belle Equipe. (KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images)
Rose di commemorazione al Cafe Belle Equipe. (KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images)

“Stanno ammazzando tutti. Un uomo spara da una terrazza. Sono chiusa dentro il ristorante. Scappa non venire qui, scappa”. Questa la telefonata fatta da Ginevra, una ragazza italiana che lavora in luogo in cui un gruppo di terroristi ieri sera al grido di “Allah è grande” ha iniziato a far fuoco contro dei civili. La telefonata è stata ricevuta la sera di venerdì intorno le 22 da una sua amica, Tiziana Scelta, anche lei una italiana che vive a Parigi da circa un anno.

Ore di terrore per tutta la capitale della Francia. 129 persone sono morte, 350 i feriti, in seguito a diversi attacchi simultanei, almeno sei fra sparatorie ed esplosioni messi a segno venerdì sera nel cuore della città. Due italiani sono rimasti lievemente feriti, una risulta irreperibile. “Ieri sera mi trovavo vicino a rue de Charonne, mentre mi stavo dirigendo verso la metrò, quando abbiamo sentito degli spari. Molta gente, come me, non ha compreso subito di cosa si trattasse, cercavamo increduli di capire da dove potessero provenire i boati. Dopo poco la mia amica mi avvisa dell’orrenda faccenda e in pochi secondi la zona era piena di auto delle forze dell’ordine e di ambulanze”. Racconta a Fanpage.it, Tiziana Scelta.

Un massacro senza precedenti. Parigi, ieri sera, è piombata nel panico, da tutto il mondo messaggi di solidarietà. Strade disseminate di corpi a causa di azioni coordinate da un gruppo terrorista islamico. Questo il quadro della notte parigina a meno di un anno degli attentati di Charlie Hebdo. La polizia indaga sulle generalità dei terroristi. Pare che uno di questi abbia un passaporto siriano.

“Tra la paura generale – continua Tiziana – ho cercato un taxi per tornare a casa, ma la zona era deserta. Vedevo solo gente che scappava. Quindi ho deciso di prendere la metrò. Tutte le fermate in direzione del Canale San – Martin erano bloccate a causa di altri attentati. La mia amica Ginevra, non vuole parlare dell’accaduto. Ancora è molto spaventata. Non è riuscita a dormire a causa degli incubi”.

Il giorno dopo della strage, Parigi si risveglia con le scuole, università e musei chiusi. È stato dichiarato lo stato d’emergenza in tutta la Francia.

“Nonostante la vita quotidiana continui in città, Parigi è avvolta da un silenzio assordante. C’è molta paura tra i cittadini. Anch'io oggi avevo il terrore di uscire da casa. in un attimo, ieri sera, numerose zone tranquille della città sono state trasformate in luoghi di morte e sangue. Difficile stare sereni al momento”.

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