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Covid 19

Record di morti e casi Covid in Perù: “Ospedali in affanno, variante brasiliana fuori controllo”

Situazione drammatica in Perù, primo paese al mondo per numero di morti Covid rispetto alla popolazione. Record anche di nuovi casi, a pochi giorni dalle elezioni che il governo non ha voluto rinviare nonostante la pandemia e con il Paese duramente colpito dalla variante brasiliana. Medici senza Frontiere: “Senza una spinta importante della campagna di vaccinazione, è difficile aspettarsi un miglioramento in tempi brevi”.
A cura di Ida Artiaco
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Non solo India e Brasile. Anche il Perù sta attraversando uno dei periodi più bui della sua lotta al Coronavirus. Il numero dei morti di Covid-19 ha superato per la prima volta i 400 in 24 ore lunedì, diventando il primo paese al mondo per vittime rispetto alla popolazione, composta da 33 milioni di persone. I nuovi contagi diagnosticati sono stati invece ieri  7.131, che porta il totale a 1.704.757. E tutto ciò a pochi giorni dalle elezioni che il governo non aveva voluto rinviare nonostante la pandemia e con il Paese duramente colpito dalla variante brasiliana, responsabile di oltre il 40% delle infezioni solo a Lima. La nuova ondata dell'epidemia sta spingendo gli ospedali al collasso. Attualmente ci sono circa 15mila pazienti ospedalizzati, di cui oltre 2.600 in terapia intensiva. Inoltre, manca l'ossigeno e la campagna di vaccinazione procede molto lentamente.

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In tutto il Paese sudamericano, come racconta Medici senza Frontiere, il personale medico lavora al massimo delle proprie capacità, mentre in molte città le persone fanno la fila di notte e dormono all’aperto per riempire le loro bombole di ossigeno dai pochi serbatoi funzionanti, sperando di prendersi cura in questo modo dei loro parenti a casa. Mentre la situazione peggiora, proprio Medici Senza Frontiere ha lanciato un intervento d’emergenza in collaborazione con le autorità sanitarie della provincia di Huaura, a nord di Lima, dove l’ospedale regionale della città di Huacho è a corto di personale e non riesce a far fronte all'aumento dei casi. Tra i problemi più importanti c'è la riluttanza delle persone a cercare assistenza al manifestarsi dei primi sintomi, optando per soluzioni private o addirittura preferendo l’automedicazione.

A tutto ciò si aggiunga una campagna di vaccinazione che procede a rilento. Al momento solo il 3% della popolazione ha ricevuto almeno la prima dose, impedendo al sistema sanitario di predisporre un’adeguata risposta all’epidemia. "Senza una spinta importante della campagna di vaccinazione, è difficile aspettarsi un miglioramento in tempi brevi", è stato l'amaro commento di Jean-Baptiste Marion, capomissione di MSF in Perù.

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