Nel caso te lo fossi perso, il Podcast

Perché il riarmo della Germania fa così paura: il nuovo episodio di “Nel Caso Te Lo Fossi Perso”

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A cura di Annalisa Girardi
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Per decenni il riarmo tedesco è stato un tabù. Ma le cose sono cambiate. Il cancelliere, Friedrich Merz, ha messo ben in chiaro di voler fare della Bundeswehr, cioè delle forze armate tedesche, l’esercito più forte d’Europa. Una cosa che fino a qualche decennio fa sarebbe stata impensabile, perché da dopo la Seconda guerra mondiale la Germania ha sempre tenuto bassissime le sue spese militari, appaltando la sua difesa alla Nato. Per ovvie ragioni storiche. Ora invece Berlino spende i miliardi per armarsi. E qualcuno è decisamente preoccupato.

La Germania non ha deciso di puntare al riarmo adesso, con Merz. In realtà è stato il precedente Cancelliere a dare il via a questa svolta epocale. Chiamandola esattamente così: Zeitenwende, svolta epocale. Olaf Scholz ha messo fine a decenni di basso profilo dal punto di vista militare dopo l’invasione russa dell’Ucraina. È però con Merz che le cose sono decisamente accelerate, anche perché l’attuale Cancelliere ha fatto un’altra cosa senza precedenti per la Germania: ha cambiato le regole fiscali, modificando il tetto del debito. In questo modo Berlino potrà spendere molti più soldi per il suo riarmo.

È stato infranto un tabù storico. Dopo la Seconda guerra mondiale per circa un decennio alla Germania è stato impedito di avere un esercito, solo a partire dalla metà degli anni Cinquanta le è stato concesso di riarmarsi. Anche se sempre entro certi paletti e comunque sotto l’ombrello della Nato. Delle dinamiche comprensibili, dopo il disastro di due guerre mondiali. Anche negli anni Novanta, dopo la riunificazione, Berlino ha sempre speso e investito pochissimo nel comparto militare, preferendo piuttosto rafforzare la sua influenza in Europa e nel mondo con la sua potenza economica.

Ora però le cose sono cambiate. A livello geopolitico lo scenario è molto più frammentato e la minaccia della Russia è dietro l’angolo. Il piano di riarmo tedesco infatti non è isolato, va comunque inserito nel più ampio contesto del riarmo occidentale, anche se questo non assopisce comunque del tutto le inquietudini per gli antichi fantasmi, nel Vecchio Continente.

A chi sottolineava come la storia avesse già dato prova più volte di che cosa succede quando la Germania si riarma e diventa la prima potenza militare nel Paese, ha risposto anche l’ex ministro tedesco Joschka Fischer. Ha detto che questo è un dibattitto grottesco e assurdo, che la Germania è una democrazia forte e ancorata all’Europa e che l’antico militarismo prussiano è un qualcosa che è terminato nel 1945. E poi ha anche detto che di fronte a questo disimpegno degli Stati Uniti nella Nato e alla postura sempre più aggressiva della Russia, la Germania deve fare la sua parte e darsi finalmente una vera capacità di deterrenza insieme a tutti gli alleati europei.

Di tutto questo ne ho parlato con Francesco Vignarca, che è il coordinatore della Rete italiana pace e disarmo. Lui ha sottolineato un po’ di cose. Mi ha detto che chiaramente è comprensibile che il riarmo tedesco evochi vecchie preoccupazioni, ma che ci sono motivi ben più contestuali al qui ed ora per preoccuparsi.

Secondo lui  Tutta l’azione di von der Leyen sul programma di riarmo in realtà è anche un favore al suo amico, il cancelliere Friedrich Merz. Perché non tutti i Paesi sforeranno il Patto di stabilità per il riarmo, l’Italia non lo può fare ad esempio perché è troppo indebitata. Ma la Germania ha uno spazio fiscale diverso. Prima non aveva mai fatto debito, ha cambiato la Costituzione per poterlo fare. E questo non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato il piano di riarmo europeo.

Vignarca mi ha proprio detto, vi cito le sue parole: “Gente che per decenni ha fatto il falco fiscale, impedendo a Paesi come la Grecia e l’Italia di fare debito, adesso lo fa. Già si vede, nelle statistiche Sipri (cioè lo Stockholm International Peace Research Institute) che la Germania sta facendo un salto nelle spese militari. E questo ovviamente drogherà anche tantissimo l’industria tedesca. Il riarmo per noi è sempre problematico. Diciamo che se lo fa un Paese come la Germania, che non solo è estremamente efficiente nel farlo, ma ha anche la sua storia e ha uno scenario politico preoccupante, è molto più problematico”

Su questo punto, quello dello scenario politico preoccupante, Vignarca ha poi insistito. Puntando il dito, ovviamente, contro un partito preciso, che si chiama Alternative fur Deutschland. Il partito di estrema destra, neonazista, alle ultime elezioni federali di qualche mese fa ha raddoppiato i suoi voti, prendendo il 20% e diventando il secondo partito più votato. Le elezioni sono state a febbraio: a maggio l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione lo ha dichiarato un’organizzazione di estrema destra che potrebbe minacciare la sicurezza e la stabilità della democrazia.

Ecco, questo è il contesto. Rischiamo di avere una Bundeswehr così rafforzata nelle mani della AFD, mi ha detto Vignarca. Che poi ha concluso così: “È troppo superficiale dire che il riarmo tedesco preoccupa perché i tedesci sono inevitabilmente nazisti. Non è così. Sicuramente nella storia il riarmo tedesco non ha mai portato buone notizie, però in questo caso ci sono elementi molto attuali per cui essere preoccupati”.

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