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Conflitto Israelo-Palestinese

Il figlio di Marwan Barghouti a Fanpage.it: “Mio padre uomo chiave per una pace giusta con Israele”

Aarab Barghouti, figlio di Marwan. “Mio padre ha giocato e può ricoprire tuttora un ruolo chiave per giungere a una pace giusta, perché quella che gli israeliani di solito offrono ai palestinesi non lo è affatto. E questo è il motivo per cui il cerchio della violenza non si chiude mai”.
Intervista a Aarab Barghouti
Figlio di Marwan Barghouti, leader palestinese detenuto nelle carceri israeliane.
A cura di Davide Falcioni
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Marwan Barghouti
Marwan Barghouti
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I negoziati per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas sono su un binario morto. Tra le ragioni dello stallo ci sarebbe il disaccordo intorno al nome di Marwan Barghouti, esponente di spicco di Al Fatah, personaggio amatissimo dal popolo palestinese e da anni indicato come il successore "naturale" di Yasser Arafat, potenziale leader di un governo che saldi la frattura tra i miliziani islamici di Hamas e l'ormai compromessa Autorità palestinese (ANP). Soprattutto, da molti indicato come l'unico politico palestinese in grado di dialogare con Israele per la ricerca di una "pace giusta".

Barghouti, abile politico e leader della prima e seconda intifada, si trova rinchiuso nelle carceri israeliane dal 2002. È stato condannato a cinque ergastoli e posto in isolamento, ma Hamas ha imposto il suo nome nella lista dei detenuti palestinesi da liberare in cambio degli ostaggi israeliani. Una richiesta che si è scontrata con l'intransigenza di Tel Aviv, che dopo il 7 ottobre ha anche trasferito Barghouti in un nuovo carcere di massima sicurezza, nel timore che una terza intifada potesse scoppiare in Cisgiordania.

La storia di Barghouti si intreccia con quella del conflitto israelo-palestinese e fa di lui un personaggio chiave non solo nella trattativa in corso per un cessate il fuoco, ma soprattutto per la ricerca di una pace giusta e duratura. Non a caso la sua figura è stata spesso accostata a quella di Nelson Mandela, simbolo della lotta contro l'apartheid, primo presidente non bianco del Sudafrica e insignito del premio Nobel per la pace nel 1993. Fanpage.it ha dialogato con Aarab Barghouti, figlio di Marwan. "Mio padre ha giocato e può ricoprire un ruolo chiave per giungere a una pace giusta, perché quella che gli israeliani di solito offrono ai palestinesi non lo è affatto. E questo è il motivo per cui il cerchio della violenza non si chiude mai, purtroppo".

Aarab Barghouti
Aarab Barghouti

Come sta suo padre? È vero che ha subito torture in carcere dopo i fatti del 7 ottobre?

Sì, mio padre è stato vittima di una serie di aggressioni che sono iniziate mesi fa. Dopo i fatti del 7 ottobre è stato posto in isolamento: durante un trasferimento il direttore del carcere gli ha chiesto di mettere le mani dietro la schiena e di abbassare la testa davanti agli altri prigionieri. Lui si è rifiutato ma lo hanno costretto con la forza lussandogli una spalla. In seguito è stato trasferito quattro volte in tre strutture detentive diverse, da Rimonim alla prigione di Ayalon-Ramla, quindi a Megiddo, dove ha subito altri maltrattamenti. È stato chiuso in una cella molto piccola e senza finestre, poi è stato costretto a rimanere giorno e notte con dei potenti fari puntati sugli occhi affinché non potesse dormire. Ogni mattina le guardie gli toglievano il materasso alle 5 e glielo restituivano solo alle 21. Anche il cibo in quel carcere è pessimo e molto scarso tanto che mio padre ha perso ormai più di dieci chili.

Nei giorni scorsi è circolata in Europa la notizia che qualcuno di recente avrebbe tentato di uccidere suo padre in carcere. 

Qualche giorno fa un avvocato, andato a fare visita a un detenuto al penitenziario di Megiddo, ci ha riferito di aver appreso che mio padre è stato nuovamente aggredito due volte, il 6 marzo e il 12 marzo, picchiato fino a fargli sanguinare gli occhi. Al suo legale è stato impedito di parlarci, quindi non siamo a conoscenza di ulteriori dettagli su questa vicenda. Posso però dire che questo avviene nell'ambito della politica di punizione collettiva degli israeliani, che stanno attaccando i palestinesi ovunque essi si trovino. Dodici detenuti sono morti. Alcuni di loro sono stati uccisi dalle guardie di sicurezza israeliane, che godono di totale impunità. Nelle carceri vengono regolarmente commesse torture. Tutto ciò avviene grazie al fatto che sono tutti focalizzati su ciò che sta accadendo a Gaza. Così Israele sta scaricando tutta la sua violenza anche all'interno delle prigioni.

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Ha avuto l'opportunità di incontrare suo padre Marwan Barghouti dopo il 7 ottobre 2023?

Non lo incontro da un anno e mezzo perché ci viene sistematicamente negato il permesso per accedere al carcere. In precedenza andavo a trovarlo una volta all'anno. Mia madre l'ha visto l'ultima volta un anno fa e il resto dei miei fratelli da molto più tempo.

Secondo alcuni sondaggi diffusi negli ultimi mesi Marwan Barghouti sarebbe tuttora il leader più popolare tra i palestinesi. Per quale motivo è così amato?

Penso che la popolarità di mio padre derivi dal fatto che ha lottato contro l'occupazione illegale dei territori palestinesi per più di 50 anni. È un uomo  che è stato già arrestato in passato, alla fine degli anni '70 e negli anni '80, e che nel 1987 è stato esiliato dalla Palestina per sette anni. Mio padre ha ricoperto cariche politiche molto importanti nella sua vita perché è una persona che crede nella democrazia. Ed è anche una persona che ha creduto e crede tuttora nella pace, ma una pace giusta, una pace che garantisca al popolo palestinese indipendenza e libertà. Lui ha convintamente sostenuto la soluzione dei due Stati negli anni '90 e ha contribuito alle delegazioni e agli incontri per garantire il processo di pace con gli israeliani e con gli europei. Quindi sì, la figura di mio padre è molto stimata: è una persona che ha giocato e può giocare tuttora un ruolo chiave per giungere a una pace giusta, perché la pace che gli israeliani di solito offrono ai palestinesi non lo è affatto. E questo è il motivo per cui il cerchio della violenza non si chiude, purtroppo.

Pensa che Israele libererà suo padre e gli altri leader politici palestinesi? E perché la loro scarcerazione sarebbe molto importante, in questa fase?

Una delle ragioni principali per cui il popolo palestinese ama Marwan Barghouti è il suo ruolo positivo nell'unità per la causa palestinese e nel partenariato politico. È un uomo che ha svolto un ruolo importante in questo senso, che crede fermamente nella collaborazione tra forze diverse. Fu lui a scrivere il documento dei prigionieri nel 2006 (il testo chiedeva la creazione di un governo di unità nazionale, in vista della creazione di uno Stato palestinese nei confini preesistenti alla guerra del 1967, col conseguente implicito riconoscimento di Israele, e la fine degli attentati, ndr). Si tratta di un documento storico, che anche tutti i partiti politici palestinesi, compresi Hamas e la Jihad islamica, all'epoca firmarono. Tale documento riconosceva lo Stato di Palestina nei confini del '67 e limitava le azioni della resistenza entro i confini del '67. Si trattò di un passo enorme. Tuttavia,  quando Hamas vinse le elezioni di Gaza nel 2006 venne sanzionato e punito dai governi europei e americani. E così l'intero sistema è crollato. Da quel momento in poi si è verificata una divisione che, come sapete, non è mai stata così netta.

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