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Guerra in Ucraina

I parenti di 6 soldati ucraini feriti ad Avdiivka: “Abbandonati dai nostri leader e uccisi dai russi”

Sei soldati ucraini gravemente feriti e rimasti ad Avdiivka durante la ritirata dei loro compagni sarebbero stati uccisi dai russi. I familiari attaccano: “È stata un’esecuzione. Ma la nostra leadership militare ha permesso che ciò accadesse”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo mesi di resistenza sabato scorso i vertici dell'esercito ucraino hanno ordinato di abbandonare Avdiivka, città presa d'assalto da continui  e incessanti attacchi da parte delle forze armate russe. Durante la ritirata, tuttavia, alcuni soldati ucraini feriti che non erano riusciti a fuggire sarebbero stati uccisi quando le truppe del Cremlino hanno raggiunto la loro posizione.

Lo riferisce la CNN, che ha raccolto la testimonianza dei parenti dei soldati caduti, che hanno avuto con loro le ultime conversazioni telefoniche prima dell'arrivo dei russi, e di altri militari ucraini. I militari ucraini feriti, che non erano stati evacuati a causa degli incessanti attacchi nemici, facevano parte della 110ma Brigata meccanizzata e occupavano una posizione chiamata Zenith.

Stando a quanto emerso, quando la situazione sul campo di battaglia è diventata insostenibile gli ucraini hanno fatto tentativi disperati di fuggire dalle rovine della città. Viktor Biliak, uno dei soldati sul posto, ha raccontato su Instagram: "Fuori la visibilità era nulla. Si trattava solo di sopravvivere. Un chilometro attraverso il campo. Eravamo un gruppo di gattini ciechi guidati da un drone sotto l'artiglieria nemica. La strada per Avdiivka era piena di cadaveri ucraini", ha scritto.

Alla fine un comandante l'avrebbe informato via radio che i feriti non sarebbero stati evacuati.

Tra i sei uomini lasciati indietro vi era anche un sergente di 30 anni e medico di guerra della regione di Dnipropetrovsk, Ivan Zhytnyk, nome di battaglia Django. Aveva combattuto ad Avdiivka per quasi due anni, era gravemente ferito e non poteva muoversi. Giovedì scorso è riuscito a contattare la sorella Kateryna con una videochiamata il cui contenuto, straziante, è stato diffuso sui social. La donna chiede al fratello: "Allora… non viene nessuno? Ci sono anche i tuoi ragazzi (con te), o sei solo?". Zhytnyk risponde: "Tutti se ne sono andati, tutti si sono ritirati. Ci hanno detto che una macchina sarebbe venuta a prenderci. Ho due gambe rotte, schegge nella schiena. Non posso fare nulla…". Il soldato ha detto alla sorella che nella posizione dello Zenit c'era una mezza dozzina di soldati, quattro dei quali, come Zhytnyk, non potevano camminare. Kateryna risponde piangendo: "Non so come… chi chiamare". "Non riesco a capire. Chi verrà a prenderti?". Nessuno è andato a prenderli.

I sei soldati ucraini sono dunque stati lasciati allo scoperto. In un post pubblicato su Facebook dalla 110a brigata viene spiegato che a causa del completo accerchiamento della posizione Zenith, l'Ucraina ha "contattato organizzazioni che tengono colloqui sullo scambio di prigionieri" per assistere i propri soldati. Secondo quanto riferito, la parte russa avrebbe accettato di evacuare i feriti ucraini e successivamente di scambiarli ed è per questo che ai sei militari è stato ordinato di non opporre resistenza e di salvarsi la vita.

Cosa è accaduto in seguito non lo sapremo mai con certezza. Fonti russe il giorno dopo hanno pubblicato sui social media un video che mostrava i corpi senza vita dei sei soldati ucraini. I loro familiari non hanno dubbi: "Sono stati uccisi dai russi. È stata un'esecuzione. Ma la nostra leadership militare ha permesso che ciò accadesse".

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