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I 50 miliardi nei conti svizzeri che il Governo non vuole riprendersi

Nelle banche elvetiche si stimano oltre 150 miliardi di euro evasi dai nostri connazionali che con un accordo con Berna potrebbero essere tassati. Il Governo italiano invece, ancora indeciso, non segue quanto già fatto da Germania e Gran Bretagna.
A cura di Antonio Palma
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I 50 miliardi nei conti svizzeri che il Governo non vuole riprendersi

Uno dei  Paesi a cui i nostri connazionali evasori si affidano più spesso per depositare i loro soldi è la Svizzera, sui conti delle banche elvetiche si stima siano presenti oltre 150 miliardi di euro evasi da italiani che, se  tassati in accordo con il Governo locale, potrebbero rappresentare un grosso introito per le casse dello Stato soprattutto in tempo di crisi. Eppure il Governo italiano nicchia, antepone questioni giuridiche e legislative e per il momento non ha avviato alcuna iniziativa in merito.

La Svizzera ha già trovato l'accordo con altri Paesi comunitari – In realtà come rivela il Fatto Quotidiano ormai le motivazioni addotte dall'Esecutivo appaiono molto deboli, in quanto anche dalla Commissione Europea è stato dato il via libera agli analoghi accordi tra Berna e gli altri Paesi comunitari come Germania e Gran Bretagna. Nelle scorse settimane infatti vi è stato un susseguirsi di patti bilaterali tra il Governo svizzero e altri Paesi europei affinché i capitali evasi e depositati nelle banche elvetiche vengano sottoposti direttamente a tassazione in Svizzera e poi consegnati ai legittimi Stati.

Un accordo che soddisfa anche la Svizzera – Una sorta di condono fiscale insomma che però prevede aliquote molto alte come il 41% deciso dalla Germania che, oltre a scoraggiare future evasioni, sono ossigeno per le casse pubbliche in deficit. Certo bisognerebbe trattare direttamente con Berna per stilare un accordo soddisfacente per i due Governi, con la Svizzera che ormai messa alle strette dagli organismi internazionali sulla trasparenza, punta a mantenere il segreto bancario in cambio del lavoro di esattore per conto terzi.

Le motivazioni del Governo sono deboli – Il Governo Monti invece  ha sempre ritenuto pericoloso un simile accordo perché a rischio di infrazione in ambito Ue e non in linea con le regole Ocse, come ribadito più volte dai Ministri interessati. L'unica via possibile per il Governo è un accordo collettivo con la Svizzera a livello comunitario, ma se questo forse era vero in precedenza, ora con le dichiarazioni del commissario europeo alla Fiscalità, Algirdas Šemeta le cose cambiano e non poco. In fondo l'interesse a che almeno una parte di quei capitali evasi rientrino in Patria è interesse di tutti e in Europa non faticheranno a trovare un accordo.

I partiti ora aprono all'accordo – Dal mondo politico è un susseguirsi di inviti al Governo ad agire immediatamente per un accordo con la Svizzera. Antonio di Pietro da tempo lamenta la sordità del Governo in merito alla questione ma ora con le dichiarazioni del Commissario europeo anche le altre forze politiche chiedono di muoversi. Il capogruppo a senato del Pdl Maurizio Gasparri e l'ex Ministro Paolo Romani dicono che "non ci sono più giustificazioni a non sottoscrivere un patto con la Svizzera per la tassazione dei capitali occulti" e in questa direzione anche i commenti del Pd e della Lega, ora si attendono solo le nuove mosse dell'Esecutivo.

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