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Fa congelare la moglie morta di cancro: “La medicina la risveglierà in futuro”

Ha fatto congelare il corpo della moglie morta di cancro a 66 anni con la speranza che le nuove tecnologie e la ricerca riescano a riportarla in vita in futuro. Alan, uomo di 82 anni, ha firmato per lo stesso programma per essere riunito alla moglie deceduta in un futuro prossimo in cui, secondo lui, sarà possibile sconfiggere la morte.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alan Sinclair in una camera mortuaria del Regno Unito
Alan Sinclair in una camera mortuaria del Regno Unito

Spera di ricongiungersi alla moglie Sylvia dopo la morte, ma non in un'altra vita. La speranza è che, dopo essere stata congelata in seguito al decesso avvenuto a 66 anni per il cancro, il suo corpo possa essere riportato in vita per curare la malattia che l'ha portata alla morte. Alan Sinclair, di 82 anni, si è iscritto per questo motivo a un programma sperimentale degli Stati Uniti che potrebbe cambiare il mondo. Ha intenzione di unirsi alla moglie già deceduta quando arriverà la sua ora: il tutto per l'istituto no-profit Cryonics Institute.

Si tratta di una scommessa della tecnologia e Alan lo sa benissimo. Non ha potuto fare a meno però di restare colpito dal progetto e ha deciso così di iscriversi con la speranza di un risveglio futuro. L'obiettivo della sospensione nel liquido di azoto a -196° C è la conservazione di tessuti, organi e cervello dopo che il cuore smette di battere. Prima, il sangue del paziente viene sostituito con crioprotettori. Il processo è noto come vetrificazione. "Io penso che questa sia una possibilità – ha affermato Alan – e che è comunque meglio sperare che essere mangiati dai vermi, quindi mi sono detto perché no. Gli scienziati fanno progressi continuamente, non c'è motivo per cui non dovrebbero riuscire a fare una cosa del genere. Hanno rianimato vermi di milioni di anni fa, perché non è possibile immaginare una cosa del genere con noi? Bisogna solo riparare il danno che ci ha fatto morire".

il Cryonics Institute
il Cryonics Institute

Sylvia è morta dopo sei settimane dalla diagnosi di cancro ai polmoni nel 2013. Alan ha pagato 28.000 sterline per la conservazione del corpo della donna e per il trasporto dall'Inghilterra all'Usa. La nanotecnologia è forse la promessa più importante per la "rinascita" della coppia. Gli oppositori di questi studi considerano la crionica una pseudoscienza fantasiosa, ma Alan continua a pensarla diversamente. "Mi godo la vita, nonostante io sia invecchiato, e di certo se mi chiedessero di morire domani rifiuterei. Non vedo nulla di male nella speranza di un risveglio" spiega ancora Alan. Con questa speranza, Sylvia non ha ricevuto un funerale, ma solo una targa commemorativa che la famiglia usa per occasioni speciali come il suo compleanno.

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