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Covid 19

Estonia, al via il passaporto digitale d’immunità per riaprire tutto

L’Estonia, che già ha aperto anche alcune frontiere, ha iniziato a testare uno dei primi passaporti di immunità digitale al mondo. Si tratta di una applicazione che si basa sulla raccolta e la condivisione di dati dei test eseguiti dagli utenti. Attraverso un codice temporaneo si condivide o meno il proprio stato di immunità con una terza parte come un datore di lavoro.
A cura di Antonio Palma
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Con le prime riaperture dopo il lockdown e il ritorno alle attività lavorative e commerciali della fase due, tutti i Paesi si stanno attrezzando con misure precise per il ritorno in sicurezza sui luoghi di lavoro. Se c’è chi come l’Italia si affida a rigidi protocolli di distanziamento e misure igieniche ferree in ambito lavorativo e commerciale, c’è chi invece cerca anche altre strade come il passaporto dell'immunità. E il caso dell’Estonia che ha iniziato a testare uno dei primi passaporti di immunità digitale al mondo. Per un ritorno più sicuro nei luoghi di lavoro, nel Paese infatti si sta mettendo a punto uno strumento digitale che ha il compito dichiarato di dimostrare la propria immunità al Covid-19 agli altri con cui si entra in contatto.

Si tratta di una applicazione che si basa sulla raccolta e la condivisione di dati dei test eseguiti dagli utenti. Il sistema prevede che siano questi ultimi, dopo l'autenticazione digitale, ad avere la scelta di condividere o meno proprio stato di immunità con una terza parte come un datore di lavoro. Basterà utilizzando un codice QR temporaneo generato dal sistema.

"Il passaporto per l'immunità digitale mira a ridurre le paure e a stimolare le società di tutto il mondo ad andare avanti con le loro vite in mezzo alla pandemia", ha affermato Taavet Hinrikus, fondatore di Transferwise e membro dell'organizzazione non governativa che sviluppa il passaporto. Il sistema è già in fase di test da parte di alcune realtà industriali e commerciali locali come l’Hotel Radisson di Tallinn. “Stiamo cercando ogni soluzione per far tornare i nostri dipendenti al lavoro in sicurezza tranquillizzano anche i clienti” spiegano dalla struttura ricettiva.

In realtà sono in molti a essere scettici sull’utilità e l’efficacia di un simile sistema oggi visto che non vi sono ancora certezze sulla immunità al nuovo coronavirus da parte di studi scientifici. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha ricordato che al momento non ci sono prove del fatto che i guariti sono protetti da una seconda infezione. “Non conosciamo ancora molti dettagli e sfumature sull'immunità. Ad esempio quanto è forte e quanto dura” ha ammesso lo stesso Hinrikus, assicurando però che la App seguirà tutte le indicazioni degli scienziati e le scoperte future.

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